Urban Cairo, tra garage e punk: intervista sul nuovo album Dysphoria


Gli Urban Cairo pubblicano Dysphoria, un album autobiografico che fonde garage, punk, lo-fi e shoegaze per raccontare le loro vite quotidiane in provincia. Con suoni grezzi e intensi, l'album diventa una "valvola di sfogo" contro una realtà distante, creando una nuova dimensione in cui esprimersi a pieni polmoni. Dysphoria esplora il disagio e la voglia di ribellione, con l’intento di connettersi a chiunque abbia mai provato la sensazione di essere fuori posto.

Il vostro nuovo disco è principalmente autobiografico. Quali esperienze personali avete portato in “Dysphoria” e come le avete tradotte in musica?
Le nostre quotidianità sono molto diverse e le viviamo in modo diverso. Quando suoniamo ognuno di noi porta qualcosa di personale in saletta che si trasforma in un casino. Probabilmente, da quel casino è nata la nostra musica 

Parlate di una “nuova dimensione in cui esistere e poter gridare a pieni polmoni”. Cosa significa per voi questa dimensione? È più una ricerca interiore o una ribellione verso il mondo esterno?
Il mondo esterno è la realtà, la nostra quotidiana realtà che in fondo subiamo senza rendercene conto. Il bisogno è quello di crearci un'alternativa in cui essere noi stessi e per cui valga la pena diventare consapevoli. 

I suoni grezzi e a tratti sporchi del disco riflettono una certa rabbia e insoddisfazione. Come siete riusciti a incanalare queste emozioni nelle registrazioni senza perdere autenticità e intensità?
Con tanto volume, ignoranza, e grazie all'enorme pazienza di Tino Paratore...

Il disco è ricco di riferimenti alla vostra realtà quotidiana. Come avete trovato l’equilibrio tra il raccontare la vostra storia personale e rendere i temi del disco universalmente riconoscibili?
Non abbiamo cercato a tutti i costi questo equilibrio. Nel nostro piccolo, pensiamo che le tematiche affontate siano piuttosto comuni e chi ascolta i nostri brani potrebbe esserne partecipe oppure no. Il nostro è solo un punto di vista...

“Dysphoria” sembra essere una sorta di urlo contro una realtà che non vi rispecchia. In che modo pensate che questo sentimento possa connettersi con il vostro pubblico?
Si potrebbe parlare di empatia, pensiamo sia un sentimento abbastanza comune che almeno tutti una volta nella vita abbiamo provato di sentirci a disagio o fuori luogo per qualcuno o qualcosa, quanto meno per chi ha una maggiore sensibilità verso il mondo che lo circonda è facile che abbia provato anche lui/ei questo genere di sensazioni. Siamo curiosi di sapere se vale lo stesso anche per chi ci ascolta, scriveteci e fateci sapere! 

Guardando al futuro, quali sono i prossimi passi per gli Urban Cairo? Pensate che continuerete a esplorare queste tematiche o immaginate una svolta stilistica nei vostri lavori successivi?
Come abbiamo sempre detto noi ci facciamo trascinare dagli eventi, catalizziamo l’energia di quello che proviamo in musica quindi per autocitarci “Nowhere in particular” ahaha ovunque e da nessuna parte, siamo la realtà che ci circonda.
Cheers e buon Super-FuzZ a tutti!!!

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