ClaT: il nuovo disco Logic e il coraggio di reinventarsi

 


Cresciuto tra le melodie d’autore ascoltate nei viaggi in macchina e l’urgenza di trasformare le emozioni in suono, ClaT ha attraversato la musica con curiosità e coerenza, passando dalla tromba alla chitarra, fino alla produzione autonoma del nuovo disco Logic. Frontman dei Dusk, band attiva da anni, Claudio racconta un percorso fatto di ricerca, istinto e radici sonore che affondano nel rock anni ’90. Nell’intervista ci parla della nascita del suo progetto solista, della scena musicale attuale e della voglia di riportare sul palco una musica suonata, autentica, che sappia ancora sorprendere e durare.

Ciao ClaT, presentati ai nostri lettori.
Ciao a tutti! Sono Claudio da Como, da anni cantautore e soprattutto fruitore di musica in qualsiasi momento e modo possibile.

Come e quando ti sei avvicinato alla musica?
Fin da piccolo, ogni viaggio in macchina con i miei genitori era una colonna sonora in continua scoperta: canzoni d’autore, suoni intensi, melodie che mi aprivano mondi. È lì che ho capito quanto la musica potesse emozionare, raccontare, restare nel cuore. Da quei momenti è nata la mia voglia di mettermi in gioco: ho iniziato studiando la tromba, nella banda del mio paese, poi sono passato alla tastiera, alla chitarra e a tutto ciò che poteva trasformare un’idea in suono. A un certo punto non volevo raccontare qualcosa di mio. Così ho iniziato a scrivere le prime canzoni e ho fondato i Dusk, la mia prima band, con cui continuo a suonare ancora oggi. Il nostro terzo album, Frames, è uscito nell’ottobre 2024: un nuovo capitolo di un viaggio iniziato molto tempo fa… tra un sedile posteriore e una radio accesa.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Essendo cresciuto negli anni novanta, devo dire che gli artisti che mi hanno veramente fatto innamorare della musica son quei personaggi come Kurt Cobain, Billie Joe Armstrong e Billy Corgan, con voci magari meno tecniche di altri ma molto coinvolgenti e che hanno dimostrato al mondo che basta avere l’intenzione giusta e l’urgenza di comunicare qualcosa. Tra le band che sono diventate mainstream nell’ultimo decennio, direi Biffy Clyro e Twenty One Pilots.

Come nascono le tue canzoni? 
Ormai scrivo canzoni da tanti anni e devo dire che ognuna nasce un po’ in situazioni diverse, a volte basta solo un’idea vocale o un giro di accordi improvvisato per poi sviluppare tutto il resto. Con alcune delle band di cui ho fatto parte le canzoni nascevano in sala prove. Per quest’ultimo album invece è stato un procedimento abbastanza diverso, in quanto son partito creando le musiche direttamente suonando collegato al computer e solo in seguito ho deciso quali trasformare in canzoni aggiungendoci le linee vocali.

Cosa ne pensi del panorama musicale odierno?
Probabilmente anni fa bisognava convincere la casa discografica giusta di avere i numeri per promuoverti e puntare su di te, ora, chiunque può registrare senza filtri, anche in casa a poco prezzo, ma tra le migliaia di canzoni che escono ogni settimana online è davvero difficile catturare un’attenzione che non sia “usa e getta” da pochi secondi. Non so quale dei 2 periodi storici io preferisca, ma sicuramente bisogna puntare sulla scena locale della propria città e crearsi un piccolo seguito di gente veramente appassionata a pronta a sostenerti, solo così si può ambire a continuare a divertirsi facendo musica, il resto, se validi, credo venga da sè. Difficile tornare indietro, bisognerebbe trovare il modo però di dare nuovamente valore alla musica, convincendo il pubblico a sostenere un minimo economicamente gli artisti emergenti, semplicemente comprando il merch o i dischi pubblicati fisicamente.

Parliamo del tuo nuovo disco. Come è nato? 
Come dicevo, “Logic”, a differenza dei miei precedenti album ed Ep, è nato partendo dalle basi strumentali, alcuni veri e proprio esperimenti della prim’ora al corso di registrazione che ho fatto utilizzando il programma “Logic”, che ha guidato la scelta del titolo. 
La parte in inglese di “Logic” è proprio un cosidetto concept album e c’è una linea temporale che lega tutte le canzoni, come se fosse la sceneggiatura di un film. La metà in italiano riprende invece alcune tematiche ed atmosfere di quella inglese, ma è stata per me più una sfida a cercare di restituire nella nostra lingue le stesse melodie vocali nate in inglese. Le mie versioni iniziali sono state arricchite dal basso del mio amico Luca Mazzoni, già presente nel mio album “Directions” e dalle aggiunte di chitarra e synth di Julio Speziali del gruppo comasco “Push Button Gently”, che mi ha anche seguito nella registrazione delle voci e si è occupato del mixaggio.

Prossimi impegni?
Sicuramente mi piacerebbe presentare a breve queste canzoni dal vivo, suonandole con con musicisti “old style” così come sono abituato e meno basi possibili, nonostante nella registrazione io non sia stato avaro di synth 
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