Storie di noi: Quando il dolore diventa un ponte verso Dio


"Storie di noi" è molto più di una canzone: è un viaggio emotivo che attraversa il dolore per approdare alla fede. Il brano racconta esperienze autentiche, storie di persone che, davanti alla sofferenza, hanno trovato un modo per avvicinarsi a Dio, ciascuno secondo la propria "misura di fede". La fede, infatti, è qui rappresentata come un cammino verso la guarigione interiore, un tema che emerge anche visivamente nella copertina del singolo. Le storie narrate parlano di perdita, di assenza, di domande non fatte e di un silenzio che, invece di separare, diventa terreno fertile per la riconciliazione.
L'artista Nimsay usa la sua musica per condividere il proprio percorso di guarigione, trasformando il dolore in un linguaggio universale capace di toccare il cuore di chi ascolta. "Storie di noi" è una testimonianza di come la fede possa trasformare ferite in feritoie da cui far entrare la luce.

Ciao Nimsay, presentati ai nostri lettori.
Ciao a tutti i lettori di “Effetto Musica”! Io sono Yasmin Corrado, in arte NIMSAY e sono una cantautrice e producer musicale. Il mio nome d’arte è l’esatto contrario del mio vero nome; non è un alter ego o un personaggio, ma sono sempre io: lo specchio di me stessa. Cerco sempre di essere autentica e vera come persona, nella vita e così nella musica. E penso che il mio punto di forza sia proprio questo. Non ho paura di guardarmi dentro e così finisco per raccontare la vita attraverso i miei occhi facendo della mia vulnerabilità e sensibilità, una forza. È questa parte di me che troverete ascoltando le mie canzoni.

Come e quando ti sei avvicinata alla musica?
Avevo 8 anni quando mi sono avvicinata al canto e alla musica. Mio padre, laureato in lingue, ha sempre cercato di insegnarmi l'inglese e per aiutarmi con la pronuncia utilizzava le canzoni. Col tempo però ho abbandonato l'inglese per iniziare a studiare canto e pianoforte, scoprendo di essere portata. A 12 anni inizio a creare le mie prime melodie e a 14 scrivo la mia prima canzone. Dopo anni complicati, in cui non smetto mai di scrivere, verso i 17 anni inizio veramente un percorso alla ricerca della mia identità artistica e musicale. Per un po' scrivere canzoni diventa una valvola di sfogo personale che mi aiuta a guardarmi dentro senza timore. Col tempo inizio anche a produrre i miei brani da autodidatta, passo che si rivela decisivo. Quegli anni sono stati fondamentali per consolidare uno stile e una linea artistica propri.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Sono cresciuta ascoltando Whitney Houston, Mariah Carey, Michael Jackson. Penso che cantare molto di più in inglese che in italiano, fin da piccola, abbia dato subito un'impronta più internazionale al progetto. Basti pensare al vibrato che utilizzo nel canto, il quale ad oggi, in Italia, non viene ancora apprezzato tanto quanto all'estero. Tra le artiste italiane Mara Sattei e Levante, ma nell'ultimo periodo mi sono innamorata dei testi e dello stile di David Kushner, che mi è stato di grande ispirazione.
 
Come nascono le tue canzoni?
È veramente una bella domanda, soprattutto perché per me non è mai facile rispondere, non completamente almeno. Io stessa non mi capacito della facilità, a volte, e della bellezza che vi è dietro al processo di creazione di una canzone. In passato ho utilizzato molto i type beat, ma dall’ultimo anno ho scelto volutamente di iniziare a scrivere tutto al piano per non aver alcun tipo di condizionamento dai type. “Storie Di Noi” per esempio, è nata così! E con una naturalezza che ancora mi lascia spiazzata, come se fosse già dentro di me.
E lo dico anche da credente, poiché la musica è molto spirituale; va a toccare parti di noi più profonde e intime. Tutto ciò che mettiamo in musica è un’esternazione di ciò che siamo, di ciò che coltiviamo e di cui ci nutriamo. Non a caso sono molte le persone che mi dicono di percepire una sensazione di pace quando mi sentono cantare, proprio perché ad oggi ho pace nella mia anima grazie a Cristo. Tutto ciò che nutriamo dall’interno si trasferisce in vibrazioni, testi e note, ma questo può accadere sia positivamente che negativamente parlando. Dopo la scrittura passo alla produzione, che poi viene limata e consolidata dai miei producer Mario Tortoriello e Luca Toli. La tappa finale è la registrazione delle voci in studio, rigorosamente con Mario, che ad ogni rec sa sempre tirar fuori il meglio di me.

Cosa ne pensi del panorama musicale odierno?
Non vorrei generalizzare, non sarebbe neanche giusto, ma sembra che ad oggi tutti vadano nella stessa direzione, sia per la musica che per i testi. Ho la percezione che manchi qualcosa, che ci sia bisogno di un cambiamento. Vedo un mondo in cui ormai il male è normalizzato e fa “trasgressivo”. Io invece ringrazio Thasup e Mara Sattei per “Casa Gospel” e non solo perché sono di parte, ma perché ci vedo valori, autenticità e novità.

Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato? E che riscontro sta avendo con il pubblico?
“Storie Di Noi” nasce dall’esigenza di affermare al mondo che c’è ancora speranza! Che si può ancora guarire, nonostante il dolore a volte faccia sembrare tutto impossibile e infinito. Tutto nasce da un fan che mi scrisse e che, senza un chiaro “perché”, si confidò con me. La mattina stessa mi misi al piano senza aspettarmi nulla, ma nel giro di qualche ora è semplicemente nata.
 
In essa vi sono storie di vite che, attraverso la sofferenza, hanno trovato quella pace che Gesù Cristo ci promette, e in particolar modo mi racconto testimoniando della guarigione che Egli ha portato nella mia anima. Il messaggio è arrivato ai cuori di chi l’ha ascoltata ed era ciò a cui puntavo. Mi scrivono ancora ringraziandomi per “questa poesia”.

Ci sarà un album in arrivo? Cosa ci puoi anticipare al riguardo?
Per quest’anno mi piacerebbe tanto lavorare su un’ep, è un desiderio che ho da un po’ di tempo e che spero possa diventare realtà.


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