Con il suo nuovo singolo Manicomio, Krifa ci trascina in un vortice di emozioni intense, raccontando un amore tormentato, fatto di tira e molla e di attrazioni irresistibili. Una storia di instabilità emotiva e dipendenza, dove paura e desiderio si intrecciano, trasformando il rischio in una calamita. Krifa esplora i lati oscuri e magnetici delle relazioni tossiche, offrendo un brano che non solo parla al cuore ma scava nelle profondità delle nostre esperienze più viscerali.
In questa intervista, l’artista ci accompagna dietro le quinte della sua
ispirazione e del processo creativo che ha dato vita a Manicomio,
rivelando aspetti intimi e autobiografici della sua arte e della sua vita. Tra
confessioni e consigli, scopriamo chi è Krifa e cosa spera di lasciare nel
cuore del suo pubblico con questa canzone così potente e sincera.
Il tuo nuovo singolo, Manicomio, racconta di un amore tossico e tormentato. Da dove nasce l’ispirazione per un brano così intenso?
Da una storia vissuta in prima persona.
Vivere la situazione sulla propria pelle riesce a dare maggiore ispirazione al testo secondo me.
È stato tutto estremamente spontaneo.
Sono partito con una melodia che mi ronzava in testa da un paio di giorni, poi il periodo in cui ho scritto manicomio non era uno dei miei periodi migliori perché ero appena uscito da quella situazione lì, e quindi ho messo su il ritornello e poi ho scritto le strofe cercando di descrivere appunto la situazione.
Questa frase è completamente autobiografica, io penso che l’amore appunto sia una calamita che a volte riesce a portarmi ad impazzire e non capire più cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Vivo l’amore così.
Gli alti e bassi delle montagne russe rappresentano al 100% cosa si intende per relazioni.
Ci sono gli alti e bassi, c’è la paura, c’è il rischio… esattamente come quando stai sulle montagne russe.
“Che vuoi se ti dico bay”, rappresenta il senso del brano.
Quando ormai la persona riesce ad andare avanti con la propria vita, l’altra parte torna ad ostacolare la ripresa della persona.
Questa è la tossicità di cui parlo.
Un ragazzo introverso, educato, e sensibile e soprattutto umano con tutti.
L’esatto opposto di quello che potrebbe risultare vedendomi su un palco o comunque con un microfono in mano.
Siate sempre voi stessi, non dimenticate mai che la vita va vissuta ora, ogni momento non tornerà mai indietro.
Lottate per i vostri sogni, perché ognuno di noi può e deve realizzarsi.