Right/Wrong/Place/Time è un album che riflette la straordinaria versatilità dei Godzillasexbike, un sestetto brianzolo capace di spaziare tra sonorità molto diverse, mantenendo sempre una forte identità musicale. Il titolo dell’album racchiude il senso profondo del progetto: ogni brano è un viaggio emotivo che invita l’ascoltatore a interrogarsi sulle scelte e sulle circostanze della vita. Possono essere giuste o sbagliate, nel posto o nel tempo appropriato, ma la combinazione finale di queste variabili dipende dalle emozioni di chi ascolta.
Un elemento che rende il disco particolarmente affascinante è la collaborazione con la European Recording Orchestra di Sofia, che non solo arricchisce l’intro dell’album, ma accompagna la band in diversi brani, aggiungendo profondità e sfumature alle composizioni. Con Right/Wrong/Place/Time, i Godzillasexbike offrono un’esperienza musicale ricca, imprevedibile e profondamente personale.
Ciao! Potete raccontarci qualcosa di voi e della vostra band?
I GSB nascono come naturale evoluzione di un progetto di 4 ragazzi che andavano a scuola insieme e che volevano suonare in giro. Dopo diversi anni passati a suonare cover per i locali della Brianza la necessità di scrivere musica propria ha avuto la meglio, ed eccoci qui.
Negli anni si sono aggiunte persone, altre se ne sono andate, ma siamo sempre stati tutti amici.
Qual è stato il vostro percorso verso la musica? Come avete iniziato?
Ognuno di noi arriva da un percorso particolare: chi ha studiato musica classica, chi ha fatto il busker per le strade di Milano, chi si è specializzato in musica pop. Fin dalla prima volta in cui ci siamo chiusi in saletta abbiamo iniziato a sperimentare, a mescolare queste influenze, per vedere cosa ne sarebbe venuto fuori.
Nel 2019 avevamo in mano qualche pezzo, quindi abbiamo deciso di registrare e pubblicare il nostro primo EP, Barely See the Sun. Da lì abbiamo iniziato a suonare in giro il più possibile e a scrivere sempre di più, fino a che avevamo abbastanza materiale per un vero album.
Quali artisti o generi musicali hanno maggiormente influenzato il vostro stile?
Avendo background diversi, la lista di influenze sarebbe davvero infinita. Ognuno ha i suoi gusti, e li porta con sé nel momento di scrittura. Le contaminazioni e le ispirazioni quindi sono sempre tantissime, e il gioco è capire in quale direzione portare il brano.
Come prende forma una vostra canzone? Qual è il processo creativo?
Più o meno dipende dal pezzo. Alcune canzoni sono nate da una chitarra acustica e poi sono state riviste, arrangiate, riadattate. Altre sono nate da jam fatte in sala prove. Altre ancora le abbiamo scritte collaborando in modalità remota durante la pandemia, condividendo le parti registrate e montando tutto insieme pezzo dopo pezzo.
Come vedete la scena musicale attuale?
Non ci stiamo capendo molto. L’offerta musicale è vastissima, e il ruolo del marketing sembra valere più di quello dei musicisti. Sembra che siano tutti bravissimi e di successo. Però sappiamo che è tutta una facciata, e gli artisti bravi li si riconoscono solo con le orecchie.
Ci parlate del vostro nuovo album, “Right/Wrong/Place/Time”? Cosa rappresenta per voi?
Questo disco ha impiegato tanto tempo ad essere concepito, ha occupato un angolo della nostra vita per quasi 4 anni. Right/Wrong/Place/Time è un diario di tempi complicati, il forziere dove abbiamo riversato tutte le ansie degli ultimi anni: amori finiti, traslochi, lavori, viaggi - la musica ci è stata da amica e confidente, e questo disco ne è il risultato.
È il nostro primo disco, quindi ne siamo molto orgogliosi. Siamo super contenti del risultato e ancora increduli di alcune cose, come aver avuto la possibilità di collaborare con un’orchestra vera.
Cosa ci potete anticipare sui vostri progetti futuri?
Il disco è uscito da qualche settimana, e ora vogliamo goderci un po’ questa sensazione. Qualcosa in pentola bollirà sempre, ma non abbiamo fretta