Straid: «“Riflesso” nasce per chiudere un cerchio, quello che abbiamo aperto con il mio primo EP “Fantasmi”»

“Chi sei? Quello che pensi di essere? Quello che vedi nello specchio? Oppure l'immagine che le persone ti attribuiscono?”. Sono queste le domande a cui prova a rispondere “Riflesso”, il nuovo singolo di STRAID che con un uptempo diritto ci porta con sé fra le sue stupide paranoie, quelle che in fondo albergano anche nei pensieri di ognuno di noi. La canzone mostra ancora una nuova sfumatura di Straid, non più fantasma, non più trasformista, ma un ragazzo che fa i conti con sé stesso in un brano fresco e sorridente con un messaggio molto diretto: la percezione che le persone hanno di noi non è una cosa che ci riguarda.

Ciao Straid, come e quando ti sei avvicinato alla musica?
Il mio percorso inizia da piccolino grazie ai miei genitori. 
Si è sempre respirato musica in casa mia, ricordo che con mio padre condividevamo quei pochi minuti che avevamo a disposizione la mattina prima di andare a scuola per ascoltare vinili e cd e lui si divertiva a farmi analizzare le canzoni. Da li è stato tutto naturale, ho iniziato a studiarla e piano piano a scrivere le mie prime canzoni. Con il tempo, alti e bassi di questo percorso mi hanno fatto bene e male allo stesso tempo, ma mi hanno aiutato a mettere in piedi questo progetto che mi ha ridato veramente la voglia di mettermi in gioco e credere nelle mie idee. Il resto si vedrà.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Non ho mai avuto un artista di riferimento, ho sempre ascoltato di tutto e di più, non mi è mai capitato di focalizzarmi solo su qualcuno. Però ti dico che ultimamente sono molto influenzato da Emma Nolde, personalmente la ritengo l’artista emergente più forte italiana.

Come nascono le tue canzoni? 
Nascono per necessità. Non essendo mai stato bravo nella vita reale con le parole mi piace l’idea di mettere a posto le cose con le canzoni. E’ un modo per sfogarsi che alleggerisce tutto il resto. Essenziale. 

Cosa ne pensi del panorama musicale odierno?
Penso che scavando bene qualche perla a giro qua e in là è ancora possibile trovarla. Ci sono molti giovani fortissimi che non riescono a venire fuori, ognuno per diversi motivi ma al primo posto penso che la causa principale sia il modo in cui è cambiata negli anni la discografia.  

Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato “Riflesso”?
“Riflesso” nasce per chiudere un cerchio, quello che abbiamo aperto con il mio primo EP “Fantasmi”, un mini disco in cui vengono analizzate le problematiche di un ragazzo a lasciarsi tutto alle spalle e con serie difficoltà ad affrontare la gente e tutto quello che prevede un rapporto. Riflesso è consapevolezza, è la forza di guardarsi allo specchio e convincersi una volta per tutte che conti solo tu in questo momento, che è necessario investire del tempo in se stessi perché stare bene è una priorità assoluta che ti aiuta di conseguenza a vivere meglio. Riflesso è la voglia di dimostrare di essere capaci a stare in piedi.

Sappiamo che hai partecipato al Contest “Deejay On Stage” tenutosi a Riccione nel mese di agosto. Ci racconti questa esperienza?
E’ stata un esperienza fantastica e distruttiva allo stesso tempo. Fantastica perché per un giorno respiri il sogno che stai cercando di tramutare in realtà quindi un palco enorme, la gente che ti chiama, ti ferma, tutto bellissimo. Distruttiva perché io personalmente non ero preparato a tutta quella scarica di adrenalina che purtroppo è durata solo un giorno. Ho avuto diverse crisi nei giorni dopo perché la cosa mi è piaciuta e passare dalle urla, al casino e alle attenzioni al silenzio di casa mi ha creato qualche problemino. Poi piano piano a mente fredda ho ripreso a lavorare con più consapevolezza di prima, con la voglia di rivivere tutto quello. 

Ci sarà un album in arrivo? Cosa ci puoi anticipare al riguardo?
Non so se è ancora il momento per un album.
Le canzoni ci sono e sicuramente nel 2023 smuoveremo un pò la situazione ma vediamo come vanno le cose.
Sono speranzoso quindi prima o poi un album arriverà.