Con “Banana sattva” i Monkeys From Space – band dedita a sonorità psichedeliche e sperimentazioni post-rock – ci accompagnano in un’esperienza sonora che sfida i confini del reale, sospesa tra visioni anni ’70 e suggestioni cosmiche. Registrato su nastro e in presa diretta, il brano è frutto di un lavoro istintivo e consapevole, dove melodia e caos convivono in equilibrio. Nell’intervista che segue, il gruppo racconta il cuore nascosto del pezzo, il valore della spontaneità e l’energia che si sprigiona quando si registra tutti insieme, senza rete.
Quali sonorità avete scelto per evocare l’idea di un viaggio cosmico nel brano?
Ci ispiriamo molto alla psichedelia degli anni ’70 e alle distorsioni acide post-rock. Quel composto sonoro proteiforme fatto di bassi pulsanti distorti, Delay scintillanti e ritmi tribali. In Banana Sattva abbiamo cercato di ricreare quel mondo cercando però di mantenere una qualche “pulizia” nel suono, insomma senza farci spazzare via dal caos glitchato del noise. Il pericolo di farsi prendere un po’ troppo la mano è sempre presente.
C'è un suono o un effetto che considerate il cuore nascosto di "Banana sattva”?
Nel ritornello c’è l’alternarsi di due note di synth, una che sale e l’altra che scende. È stata un’idea che è venuta a noi spontaneamente senza che nessuno se ne accorgesse. Non so se è il cuore nascosto della canzone ma la sua comparsa nella traccia spiega molto bene (o forse in maniera ancora più oscura) il processo creativo della band.
Avete lavorato a lungo sulla ricerca di timbri spaziali oppure è stato un processo più spontaneo?
Spesso partiamo da un suono semplice, o anche da un rumore, e in seguito ci costruiamo intorno un’atmosfera ma il più delle volte le cose emergono spontaneamente, noi ci limitiamo solo a metterle insieme. Tutto sommato forse è così per tutti, no?
Quanto ha influito l’esperienza della registrazione su nastro nella costruzione del vostro sound?
Sicuramente registrare su nastro è un’ottima palestra da “studio”. Per tante ragioni economiche e logistiche (o comunque per le NOSTRE ragioni economiche e logistiche) non si ha la possibilità di sovraincidere troppe volte o di intervenire nelle tracce registrare in maniera diffusa e potenzialmente illimitata come avviene con le registrazioni digitali. Pertanto è fondamentale arrivare in studio molto preparati ed efficienti. In più mettici anche che abbiamo registrato in presa diretta, quindi tutti e quattro contemporaneamente, si capisce benissimo che ogni errore o distrazione poteva essere letale! Una situazione così è una vera e propria prova di forza e di affiatamento della band e devo dire che nonostante i pericoli alla fine ce la siamo cavata bene! Ne siamo usciti sicuramente migliorati, sia nella gestione degli arrangiamenti che in quella del lavoro in studio di registrazione. Non vogliamo essere fraintesi però. Non siamo quei feticisti dell’analogico che ripudiano tutto ciò che è digitale. Noi vogliamo provare tutto!
Se poteste registrare "Banana sattva" in un luogo simbolico dell’universo, quale sarebbe?
Sarebbe bello galleggiare nella Schiuma Quantistica, lo strato più profondo del tessuto dell’universo dove realtà e possibilità si fondono ma a quel punto forse non sarebbe necessario neanche registrare le canzoni, noi stessi saremmo le canzoni e tu sapresti già le risposte alle domande che ci hai fatto prima ancora di pensarle.