Megaride reinterpretano "47" degli Almamegretta: un omaggio che guarda al presente


I Megaride tornano sulle scene con un progetto audace e significativo: la reinterpretazione di "47", brano iconico degli Almamegretta, che ancora oggi conserva tutta la sua potenza espressiva. La band napoletana, che fonde sonorità Stoner e Alternative Rock con il dialetto e la cultura partenopea, si confronta con un classico del dub italiano, dando vita a una versione che rispetta l'originale ma al tempo stesso ne amplifica l'urgenza e l'attualità.

Nell’intervista che segue, i Megaride raccontano il percorso dietro questa reinterpretazione, le sfide affrontate e il significato profondo di questo omaggio agli Almamegretta. Un dialogo che svela il loro approccio musicale e il desiderio di rendere il rock napoletano sempre più vivo e attuale.

"47" è un brano iconico degli Almamegretta. Cosa vi ha spinti a reinterpretarlo?
 La voglia di dire un grande BASTA. Pur essendo un brano di quasi 30 anni fa, i temi trattati sono ancora fortemente attuali ma purtroppo, da più di 30 anni, la narrazione con cui vengono esposti continua ad essere faziosa e miope, isolando il caso senza contestualizzarlo nel sistema più grande che l'ha generato.

Qual è stata la sfida più grande nel dare nuova vita a un pezzo così importante?
Trovare il giusto compromesso tra innovazione e conservazione. Dosare in parti giuste Almamegretta e Megaride per capirci!

Il vostro stile Stoner - Alternative Rock si fonde con il dialetto e la cultura napoletana. Come avete adattato "47" al vostro sound?
Dub e Stoner sono sicuramente molto diversi, ma si riescono a trovare dei “punti caldi” in cui questi due generi si incontrano. La ripetitività e l’andamento quasi ipnotico della versione originale li ritroviamo perfettamente nei canoni di un brano Desert-Rock. E cosi è stato.

Avete avuto dubbi o timori nel reinterpretare un brano così radicato nella musica napoletana?
Nessun dubbio o timore in particolare a dire la verità. Già dalle prime prove la versione originale sembrava adattarsi in maniera camaleontica al nostro modo di suonare. Sembrava incastrarsi tutto alla perfezione.

Cosa significa per voi rendere omaggio a un gruppo come gli Almamegretta?
Gli Alma, così come tanti altri artisti, fanno parte del nostro “humus” musicale. Reinterpretare un loro brano ci da sicuramente tanta soddisfazione. 

Il videoclip, diretto da Luigi Zangaro, esplora luoghi molto significativi. Cosa rappresentano per voi?
I luoghi e le immagini che appaiono nel video rappresentano quella che è stata la nostra quotidianità e che in un certo verso la rappresenta ancora.
Abbiamo cercato di raccontare nella maniera più sincera e più cruda i costumi e le atmosfere dei nostri quartieri natali e, più in grande, delle periferie in generale. 

Quali sono i vostri prossimi progetti? C’è nuova musica in arrivo?
Fateci fare… fateci fare… facite cocere ‘o purpo rind all’acqua soja


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