Alberto Giovinazzo è un cantautore e interprete dal timbro profondo e dalla voce accattivante. Cresciuto con la musica, ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali, maturando esperienze in radio e TV. Il suo stile unisce il teatro canzone di Gaber al folk pop di Mannarino, con il cantautorato italiano come punto di riferimento. Nei suoi testi affronta tematiche sociali, valorizzando il teatro come elemento espressivo e comunicativo.
Dal 2018 ha pubblicato diversi brani, tra cui Pastori di Greggio (2020), Quando passa Maddalena (2021) e No Var (2022). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti: finalista ad Area Sanremo (2019), vincitore del Cantagiro (2020) e tra gli otto finalisti del Premio Bertoli (2021). Nel 2022 si è classificato secondo al Festival Proscenium e al Premio George Brassens. Nell’estate 2023 ha intrapreso il suo primo tour, esibendosi in rassegne di rilievo come La luna e i calanchi e il Metaponto Beach Festival per il Tenco Ascolta.
In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo Mastro Simone, lo abbiamo intervistato.
Ciao! Raccontaci un po’ di te: chi sei e come descriveresti il tuo mondo musicale ai nostri lettori?
Sono Alberto Giovinazzo, ho 22 anni e una grande passione per la musica da quando ero bambino. Grazie ad un concorso canoro del mio piccolo borgo lucano ho scoperto la passione per il canto, iniziando un percorso lungo e complesso che mi ha portato fino a qui. Il mio mondo musicale non vuole essere una bolla chiusa, bensì un concetto di condivisione. Spesso le mie storie non nascono da me, ma dagli ascoltatori stessi che incontro nel mio percorso di vita, i quali “nutrono” la mia creatività.
Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita? C’è un ricordo particolare legato ai tuoi primi passi in questo mondo?
Quando ero piccolissimo mi trovai a dover svolgere un concorso di canto dove veniva data la possibilità ai concorrenti di scegliere la propria fascia oraria di esibizione. All’epoca ero molto timido ed insicuro di me stesso, pertanto, decisi di procrastinare con le tempistiche e dalle 9 di mattina in attesa decisi di esibirmi alle 21. Fu una performance pessima che non dimenticherò mai più nella mia vita. Quel momento avrebbe dovuto abbattermi, invece il giorno dopo decisi di cambiare, e decisi di farlo con la musica. Questa è un’arte che è come un libro di formazione, se sai leggerlo bene, alla giusta età, diventa la svolta della tua vita.
Quali artisti hanno segnato il tuo percorso e in che modo hanno influenzato il tuo stile? C’è qualcuno che consideri una vera fonte d’ispirazione?
Il cantautorato italiano è stato da sempre fonte di ispirazione, soprattutto per la profondità testuale di alcuni cantautori come Fossati, De André, Lolli, Mia Martini, Tenco ecc. Crescendo nel tempo mi sono affezionato all’elettronica francese di Stromae, o alle sonorità medio-orientali di Sherine, passando per la musica folk balcanica. Una commistione di stili musicali che ha sicuramente forgiato la mia poetica.
Come nasce una tua canzone? Parti da un’idea, da un’emozione o lasci che sia la musica a guidarti?
Non c’è una “procedura” o una ricetta segreta… spesso dipende dal brano e dal periodo che sto attraversando. In genere mi piace prendere spunto dalla vita di tutti noi e vederci qualcosa in più, qualcosa che magari richiederebbe meno attenzione per alcuni mentre per altri un approfondimento maggiore.
Il panorama musicale di oggi è in continua evoluzione: cosa ne pensi delle nuove tendenze e di come sta cambiando il modo di fare musica?
Credo che oggi chi si voglia impegnare a livello musicale abbia molte chance per ammortizzare le spese di produzione che un tempo erano riservate solo ai più facoltosi, motivo per il quale però spesso mi capita di ascoltare contenuti vuoti, privi di valore artistico che sono solo finalizzati alla fama. Tuttavia non credo che questo sia un problema perché sta poi all’ascoltatore decidere “di che musica morire”😊
Parliamo del tuo nuovo singolo: com’è nato e cosa rappresenta per te? Come sta reagendo il pubblico e che sensazioni ti stanno arrivando?
La canzone nasce da una riflessione semplice ma potente: avete mai notato che, entrando in un supermercato, il primo reparto che si incontra è quello ortofrutticolo? Una ben nota strategia di marketing ha comprovato da diversi anni l’efficacia di farci trovare frutta e verdura all’ingresso dei nostri supermercati, dove tutto ci sembra perfetto, i prodotti sono freschi e l’intera sezione è
piena di colori, tuttavia raramente ciò ci induce a chiederci cosa si nasconda dietro quei prodotti ineccepibili. “Mastro Simone” dà voce a questa realtà nascosta, raccontando la storia di un caporale: un uomo duro e complesso, intrappolato nel paradosso di essere al contempo capo e schiavo della filiera agricola.
Per ora sono soddisfatto dai feedback che ricevo quotidianamente, le persone apprezzano il fatto che abbia sollevato una questione spesso ignorata.
C’è un album in arrivo? Se sì, puoi darci qualche anticipazione su cosa dobbiamo aspettarci?
Il brano “Mastro Simone” anticipa l’uscita dell'album “Humus”, un progetto discografico profondo, capace di raccontare storie legate alla Terra e alle persone che ne fanno parte, con un focus particolare sulle dinamiche nascoste e spesso ignorate della nostra società.
Humus sarà un viaggio espositivo tra tutti i personaggi che lo compongono, in questo continuo alternarsi tra vita e morte, fasi centrali dell’esistenza stessa dell’elemento che troviamo in natura.