ANIMAREA: l’intervista per l’uscita di “Welcome to Babylon”


Oggi vi parliamo di ANIMAREA un progetto artistico sorto ufficialmente nel 2008 da un'idea di Gabriele Toniolo (nato a Venezia, chitarrista, autore e produttore) e Rossana Bern (nata a Verona, voce). Un genere raffinato tra smooth latin jazz e pop – soul.

Ciao, presentatevi ai nostri lettori.
 
Un saluto a tutti i lettori di Effetto Musica, noi siamo gli ANIMAREA, un duo di Padova composto da Rossana Bern (Voce) e Gabriele Toniolo (chitarrista, songwriter e producer). Il progetto ANIMAREA inizia ufficialmente nel 2008 anche se la nostra collaborazione nasce nella calda estate del 2003. Il nostro genere è contaminato dal jazz, dalla bossanova, e dal Pop-Soul, i lavori più recenti hanno un sound più contemporaneo ma con influenze anni ‘80/’90. Abbiamo all’attivo un EP con cinque tracce intitolato “ANIMAREA” uscito nel 2012  e un disco con dieci tracce  intitolato “Holidays in Rome” uscito nel 2018. Nel 2022 è nata una nuova collaborazione con il produttore e musicista Alberto Paderni con cui stiamo collaborando per la produzione di nuovi brani. “Welcome to Babylon” è il primo singolo di questo nuovo progetto.
 
Come e quando vi siete avvicinati alla musica?
 
Gabriele: Il nostro approccio con la musica inizia molto presto, eravamo bambini. Ascoltavamo la musica leggera che passava la radio, guardavamo Sanremo e già sognavamo qualcosa, sentivamo che quel mondo in qualche modo ci apparteneva, ci regalava vibrazioni positive, ci faceva stare bene. Avevo sette anni e ricevetti in dono per Natale una chitarra…  di lì a poco tempo scrissi la mia prima canzone!
 
Rossana ho sempre adorato cantare e  ascoltare musica, di tutti i tipi. Oltre al POP in famiglia si ascoltavano spesso opere liriche. Sono stata portata dai miei genitori per la prima volta all’Arena di Verona a 10 anni, a vedere l’Andrea Chenier, di cui all’epoca ovviamente non capii nulla della trama ma rimasi folgorata da quello spettacolo e dalle vibrazioni che mi arrivavano dal palco e dall’orchestra. Ho sempre bellissimi ricordi legati ad altre opere viste all’Arena….. Madame Butterfly, Tosca, Turandot ….Ho sempre apprezzato quel mondo, da spettatore, ma la mia passione per il canto ha trovato come principale fonte di ispirazione le  cantanti jazz e soul, degli anni 50/60 (e poi anche le più contemporanee), che mi hanno affascinato e “contagiato” nel mio modo di approcciarmi alla musicalità vocale.
 
Chi sono i vostri artisti di riferimento?
 
Rossana: il nostro background è molto variegato. Da giovanissimi ascoltavamo soprattutto POP e ROCK (italiano e internazionale). Io sono una patita degli U2, ho fatto un viaggio espressamente in Irlanda per andare a vedere un loro concerto! Siamo cresciuti con la musica anni 80 e 90 che ha regalato delle hit pazzesche che rimarranno nella storia della musica per sempre: Phil Collins, i Simply Red, gli Spandau Ballet, Pino Daniele sono solo alcuni nomi di quel meraviglioso periodo musicale. Successivamente ci siamo avvicinati al  Jazz e al Soul. Diverse sono le influenze: dalle ispirazioni jazzistiche delle “divine”   Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Etta James,   alle raffinate produzioni di  Burt Bacharach; da Stevie Wonder a Diana Krall; e poi ancora  Norah Jones,   Caro Emerald,  Amy Winehouse, Incognito, Swing Out Sister, The Style Council, e molti altri. In questi ultimi anni ci siamo contaminati anche di musica più elettronica, Synth pop e contemporanea (come i  Kadebostany, Purple Disco Machine, ecc.)
 
 
Come nascono le vostre canzoni? 
 
Gabriele: le nostre canzoni nascono molto semplici: voce e chitarra o voce e piano. Mentre le scrivo immagino già un possibile arrangiamento. Ci piace che le canzoni suonino già bene in versione minimal. Di solito nasce prima la melodia e poi il testo. Poi le vestiamo con l’arrangiamento più adatto, è un lavoro maniacale che richiede un confronto continuo.
 
 
Cosa ne pensate del panorama musicale odierno?
 
Rossana: ci sono tantissimi bravi artisti in giro, ma davvero tanti! È bello sapere che c’è voglia di comunicare e fare musica. Purtroppo è difficile per gli artisti trovare gli spazi giusti per potersi esibire (molti meno locali fanno musica dal vivo rispetto a qualche decennio fa e non ci sono i budget…). Inoltre anche il mercato musicale rende complesso l’autofinanziamento dei propri progetti. La musica on line ha il vantaggio di arrivare al grande pubblico potenziale ma non dà le risorse sufficienti per investire nei propri progetti. C’è inoltre una omologazione di generi musicali, in molti fanno cose simili, spesso legate al mondo dell’Hip Hop e della Trap. Le canzoni manipolate/velocizzate e fatte per TiK Tok durano qualche mese... Si ascoltano sul telefonino e si perde il senso della bellezza di un arrangiamento. Si è smarrito il senso e la voglia di ascoltare un disco intero. Infatti, anche i grandi artisti, oggi optano per più singoli, piuttosto che per un lavoro impegnativo e costoso come il vecchio album. Le copertine da sfogliare, le foto e i crediti sono preistoria (tranne casi particolari, per pochi cultori, vedi il ritorno del vinile). Dovremmo abituare, soprattutto, le nuove generazioni ad ascoltare un po’ di tutto: la musica attuale ma anche quella che ha segnato la storia italiana e internazionale soprattutto degli anni ‘70 ‘80 e ‘90. L’altro giorno ascoltavo alla radio “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla… e pensavo, con nostalgia, a quante cose sono cambiate…
 
Parliamo del vostro nuovo singolo. Come è nato? E che riscontro sta avendo con il pubblico?
 
Gabriele: Il brano è stato scritto verso la fine dei vari lockdown, quando iniziavamo a ripartire un po’ con la vita reale. Sentivo l’esigenza di scrivere un brano che arrivasse in maniera trasversale e che fosse quindi più pop dei precedenti. Orecchiabile e coinvolgente. La canzone racconta la storia di una donna che, con le sue fragilità,  ha affrontato coraggiosamente le sfide della vita. Le sofferenze fortificano ma anche ti cambiano.  Le occasioni perdute, i problemi irrisolti, le costanti frustrazioni  sono conflitti aperti che alimentano i disequilibri interiori e così la voglia di ribellione, di lasciarsi andare,  soltanto per provare a sfiorare ancora il piacere della felicità. È la Babilonia dell’anima! Lì dove regna il disordine e la confusione, si infiamma la voglia di una libertà incondizionata. L’amore è il riscatto di una dimensione caotica.  Il brano è stato arrangiato in collaborazione con il produttore Alberto Paderni (in arte “Paddo”) che ha lavorato con grandi artisti italiani (tra cui Ligabue, Gianni Morandi, Mietta, ecc.). È un lavoro molto diverso dai precedenti, una scelta coraggiosa, però in molti la stanno apprezzando!
 
 
Ci sarà un album in arrivo? Cosa ci potete anticipare al riguardo?
Gabriele: per il momento stiamo pensando a dei singoli indipendenti. Probabile che possano diventare parte di EP o di un disco futuro.
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