“Come sarebbe stato” è una fenditura nella memoria, un luogo in cui i Thëm lasciano entrare luce e rumore, ricordi che tagliano e domande che non trovano mai davvero un posto dove posarsi. Il brano si muove tra immagini incrinate, come vetri frantumati che riflettono passato e presente senza ricomporli, restituendo quella sensazione di sospensione che tutti, almeno una volta, abbiamo attraversato.
Ogni frammento sembra custodire un ricordo, anche il più insignificante. E mentre le grida e il silenzio delle risposte mancate si intrecciano, la canzone diventa un viaggio dentro la fragilità, là dove le cicatrici non fanno solo male ma raccontano.
La scelta di registrare il videoclip dal vivo è coraggiosa. Come avete gestito la resa sonora in quella situazione?
Forse è stato frainteso il senso del “girato senza playback”.
Ovviamente il brano sul video è la versione studio, ma solitamente il suonato nei video viene fatto in playback sulla traccia. Abbiamo scelto di non farlo perché sarebbe stata una forzatura, quindi, siccome suoniamo a click sia in prova che live e ci saremmo trovati in ogni caso in timing con la traccia originale, abbiamo suonato ogni take per rendere vera la performance. Ovviamente il gran vantaggio è il poter sbagliare senza che si senta ahah
Ovviamente il brano sul video è la versione studio, ma solitamente il suonato nei video viene fatto in playback sulla traccia. Abbiamo scelto di non farlo perché sarebbe stata una forzatura, quindi, siccome suoniamo a click sia in prova che live e ci saremmo trovati in ogni caso in timing con la traccia originale, abbiamo suonato ogni take per rendere vera la performance. Ovviamente il gran vantaggio è il poter sbagliare senza che si senta ahah
Cosa ha guidato le vostre scelte di produzione tra post-hardcore e alternative?
Nulla in particolare, semplicemente il gusto personale.
Abbiamo fatto un po’ di prove sui suoni in quanto ci produciamo da soli, una volta trovata la quadra tra tutti gli elementi, abbiamo tenuto quella.
Il suono “sporco” e diretto è una cifra estetica o una necessità emotiva?
Nessuna delle due. È più che altro la necessità e voglia di portare live esattamente quello che si sente sul disco, senza troppi fronzoli o trucchi del mestiere.
Conta che le voci sono praticamente quasi tutte one take, le batterie non sono quantizzate, idem basso e chitarre quindi è una sorta di “presa diretta” come piglio ma non registrando tutti nello stesso momento.
Qual è stato l’elemento tecnico più complesso da ottenere in questo brano?
Nessuno in particolare.
Diciamo che l’elemento piu difficile in generale è mantenere l’intelligibilità di tutti gli elementi e la coesistenza di tali.
Perché tra distorsioni, accordi aperti ecc è facile creare solo casino.
Se doveste descrivere “Come sarebbe stato” con un solo effetto o strumento, quale sarebbe e perché?
Il chorus sulla chitarra sostenuto dal basso e batteria sulla strofa.
Da quel senso di “smarrimento” su una base ritmica incalzante

