Con una reinterpretazione audace e raffinata di “I Got You (I Feel Good)” di James Brown, Gabbo rende omaggio a uno dei brani più iconici della storia della musica, trasformandolo in una versione moderna e personale, in chiave hip hop. Nel suo nuovo singolo, il basso non è soltanto la spina dorsale del groove, ma diventa anche voce solista, protagonista di una fusione sonora che unisce energia, stile e profondo rispetto per l’originale.
Gabbo dimostra come l’hip hop possa dialogare con il jazz, la black music e le sonorità funk, mantenendo intatta la potenza comunicativa che rese celebre James Brown, ma reinterpretandola attraverso un linguaggio contemporaneo. Accanto a lui, la produzione di Squarta contribuisce a definire un sound elegante e incisivo, capace di valorizzare ogni sfumatura.
In questa intervista, l’artista racconta il suo rapporto con l’hip hop e la libertà che questo genere gli concede, il suo approccio creativo tra cover e inediti e la filosofia che guida il suo percorso musicale: autenticità, studio e amore per ciò che si fa.
Dell’ hip hop mi ha attratto ed ho apprezzato fin da subito la libertà di espressione e le contaminazioni, tutte caratteristiche affini al mio stile.
Come bilanci tra la tua passione per il jazz e le influenze hip hop nei tuoi progetti musicali?
Le bilancio non pensandoci :) semplicemente esprimo me stesso senza crearmi schemi, mi lascio andare.
Parliamo del tuo processo creativo. Come inizia e come procede fino alla realizzazione di un brano?
Se il brano è una cover, come nel caso di “I Feel Good” studio il brano sotto l’ aspetto armonico melodico/solistico e lo reinterpreto con il sound che più mi appartiene, grazie anche al supporto di Squarta che produce insieme a me. Se invece è un brano inedito il processo cambia, prima scrivo l’armonia, poi sicuramente sviluppo la parte ritmica e melodica/solistica, anche se devo dire che i processi in realtà non seguono sempre lo stesso procedimento, ma in linea di massima avviene così.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri come musicista e produttore?
L’obiettivo è sperare di fare sempre al meglio il mio lavoro, che amo tanto.
Cosa consiglieresti ai giovani artisti che stanno iniziando la loro carriera nella musica?
Di studiare e di non cercare scorciatoie, perché secondo me non esistono e poi amare ciò che si fa.