“Cuore Infranto”: il lato più vulnerabile di Lampo

 

Nel suo nuovo singolo, Lampo mette a nudo la fragilità dell’amore non ricambiato. “Cuore Infranto” è una ballad intensa, dove le parole scavano e la chitarra urla quello che la voce non riesce più a dire. Il percorso artistico di Lampo, iniziato nel 2015, trova qui una nuova maturità espressiva, capace di fondere tecnica e cuore.
 
Hai raccontato che scrivere questa canzone ti ha aiutato a sfogarti. Come ti sei sentito una volta finita?
“Una volta finita ho sentito prima un senso di vuoto totale, ma poi riascoltando il risultato finale ne sono rimasto estasiato e quella che si prova nel fare ciò è un senso unico di gioia e realizzazione.”
 
Quanto è difficile trasformare una ferita personale in arte?
“All’inizio sembra impossibile, ma poi gradualmente si riesce; a volte invece viene in modo naturale. Diciamo che dipende molto dalla situazione fisica ed emotiva in cui ci si trova, nel caso di “Cuore infranto” ci è voluto un po’ di tempo affinché riuscissi a trasformare tutto il dolore in una vera e propria canzone.”
 
Hai paura di esporti troppo nei tuoi testi?
“Dipende dai concetti, però sono dell’idea che un artista sia libero di esprimersi in ogni sua forma ed in ogni suo modo per raccontare ciò che ha dentro. Dopotutto essere artisti a volte significa anche andare contro il pensiero di qualcuno, anche perché non tutti la pensiamo allo stesso modo, per fortuna aggiungerei.”
 
Qual è la reazione più inaspettata che hai ricevuto sul brano?
“Può sembrare banale, ma molto semplicemente la mia; onestamente non mi aspettavo di essere in grado di esternare i miei sentimenti ed i miei pensieri in questo modo, che contro la mia aspettativa, mi è piaciuto molto.”
 
C’è un verso del testo a cui sei particolarmente legato?
“Sono legato a tutto il testo, anche perché in ogni verso c’è un piccolo frammento di cuore. Penso che sono molto affezionato alla parte in cui dico: “Sono sul filo di un rasoio, che taglia il velo e mi illude che tutto abbia un senso”, forse per la profondità di queste parole e per il concetto di illusione che mi ha da sempre affascinato.”
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