Dinosauri Tristi – L’intervista

 

In questa intervista parleremo con la band dei Dinosauri Tristi del loro nuovo singolo “Ragazza Zombie”, un brano caratterizzato da un sound pop con influenze garage beat, surf e reggae che racconta la storia vera di Luca, la cui ragazza è stata fatta a pezzi da dei trapper pazzi, ma che lui ha riportato in vita grazie alla magia della Vinavil.
 
Potreste raccontare ai nostri lettori chi siete come band e quale percorso artistico vi ha condotto fino a questo punto della vostra carriera? 
I Dinosauri Tristi sono un trio garage pop, senza chitarre ma solo basso, batteria e tastiere.
Abbiamo tre percorsi e gusti musicali tra noi molto diversi, e proprio da questa diversità nasce il nostro sound particolare.
La nostra forza, oltre a un sound originale ma comunque molto orecchiabile, sono i testi, che ci piace definire ironic dark.
 
Come è nato il vostro rapporto con la musica? Ci sono stati momenti o esperienze particolari che vi hanno spinto a intraprendere questa strada, sia come singoli musicisti che come gruppo? 
Ciascuno di noi ha sempre suonato fin da bambini o ragazzi, in altre band o da soli. Io inoltre ho da sempre un rapporto con la scrittura, intendo di testi, che per me è un elemento altrettanto importante del suono.
La formazione dei Dinosauri nasce da una mia iniziativa, in un periodo di pausa dal lavoro, con la voglia di riprendere in mano le bacchette. Ho subito coinvolto nel progetto Canna, mio amico storico, che non se lo è lasciato dire due volte.
Un paio di settimane più tardi, grazie al passaparola nei circuiti preistorici padovani, abbiamo conosciuto Nando. La prima sera si è presentato in saletta quasi puntuale, ma si era scordato il basso a casa. Mezzora dopo è tornato con il basso: non c’erano dubbi che sarebbe stato lui il terzo elemento.
 
Quali sono gli artisti, le band o i generi musicali che vi hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo e in che modo questi riferimenti hanno plasmato il vostro stile? 
Per quanto mi riguarda da ragazzo ero molto vicino prima al punk, poi alla scena indie rock britannica. Ormai da anni invece ascolto quasi solo rap e pop.
Nando segue invece da sempre influenze più rock, mentre Canna ascolta beat, prog e surf. Insomma: le nostre playlist sono molto, molto diverse. 
 
Potreste descrivere il processo creativo dietro la nascita delle vostre canzoni? Lavorate insieme fin dall’inizio o ciascuno di voi porta un contributo specifico in una fase diversa?
In questo primo pezzo Nando è arrivato con il brano composto, già dotato di un testo scritto da lui. Io ho riscritto un testo diverso sopra alla linea vocale, che è quello definitivo. Canna si è occupato di tutti gli arrangiamenti, e nel giro di un paio di mesi era pronto.
 
Qual è la vostra opinione sull'attuale panorama musicale? In che modo vi relazionate alle tendenze contemporanee e quali sfide pensate che gli artisti emergenti debbano affrontare oggi? 
A me piace molto la musica contemporanea, raramente ormai ascolto artisti del passato, per quanto magari io li abbia apprezzati da ragazzo. Ma credo, soprattutto se parliamo della musica pop, mainstream, a cui noi ci vogliamo ispirare seppure con influenze diverse, che oggi ci sia poco frequentemente della vera innovazione nel sound. La differenza, spesso, la fanno il testo, la voce e l’immagine degli artisti.
 
Come è nato il vostro nuovo singolo, quali temi affronta e come sta risuonando tra i vostri fan e nei circuiti musicali. 
L’idea del brano è nata spontaneamente: eravamo sotto Halloween e ci è tornata in mente la storia di Luca, nostro amico storico, e della sua ragazza che fu fatta a pezzi da un gruppo di trapper pazzi. Visto il lieto fine della storia, ci è sembrato un buon tema per il nostro primo singolo. I fan si sono dimostrati entusiasti: speriamo però di arrivare a un pubblico più ampio.
 
Avete in programma la pubblicazione di un album? 
Non ancora, o forse mai. Abbiamo in programma la realizzazione di un primo ep, che sarà pronto per l’estate. Di quale anno, staremo a vedere.

 

 

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