“Misty Soul” è il nuovo singolo dei Freak Show. Intervista


I Freak Show nascono nel settembre 2015. Fin da subito, il gruppo si dedica alla composizione di pezzi originali e, nel giro di pochi mesi, mette insieme un repertorio piuttosto ampio.
Il loro sound è influenzato dal funk degli anni ’70 e ‘80, senza perdere di vista il lato pop, che è un aspetto importante delle loro composizioni.
La band è attualmente formata da Max "Wonder" Pari (basso), Rossana Pedullà (voce), Eros Lolli (drum), Andrea Lodi (keybs) e Mattia Pirone (guitar) ma questo è il nucleo attorno al quale orbitano tanti altri amici musicisti poiché essi credono che lo scambio e la collaborazione tra artisti e i generi sia l’unica strada per produrre qualcosa di originale.
 
“Misty Soul” è il nuovo singolo, già disponibile in radio e su tutte le piattaforme di streaming, così come il video dove la band è vista come una casa, ogni componente ha una sua funzione, proprio come le stanze all’interno di un’abitazione.
 
Conosciamo meglio la band.
 
Come e quando sono nati i Freak Show?
I FS sono nati nel 2015 dall’incontro di Max e Ares. Qualche tempo dopo, i due concordano che le loro strade musicali stanno divergendo e, mentre uno intraprende la strada solista e di session-man, l’altro porta avanti il progetto Freak Show.
 
Chi sono i vostri artisti di riferimento?
Domanda difficile, poichè ognuno di noi proviene da esperienze diverse quindi le influenze sono tante e assortite. Parlando a nome dei Freak Show intesi come gruppo, invece, possiamo citare gli Earth, Wind & Fire, sicuramente, ma in generale tutta la black music degli anni ‘70-’80.
 
Come nascono le vostre canzoni?
Le nostre canzoni nascono sempre da una piccola idea che poi viene sviluppata. L’idea può essere un riff, una strofa o un ritornello; essa appare già fatta e finita nelle situazioni più strane. Frequentemente quando si guida o mentre si cammina per la strada, più raramente con lo strumento in mano. Naturalmente l’idea arriva dalle dimensioni in cui le canzoni esistono già finite: noi, gli artisti in generale, ne carpiamo piccoli echi lontani e dobbiamo fare un lavoro di “reverse engineering” per ricostruirle. È come avere una radio mal sintonizzata che ti fa sentire, sporadicamente, stralci di canzoni o di parole e, da questi pochi indizi, si deve capire tutto il discorso.
 
Cosa ne pensate del panorama musicale odierno?
Abbastanza desolante, ne parliamo in un brano che stiamo scrivendo. Non vogliamo dare addosso a nessuno, ci mancherebbe, ma crediamo che la gente cominci a stufarsi di gente che palesemente non sa cantare e si è inventata un personaggio per il suo quarto d’ora di notorietà, cucendosi addosso un passato criminale, adolescenze in gang di tossici alcoolizzati, detenzioni nelle peggiori carceri di Caracas. “Ok, abbiamo capito, siete tostissimi però adesso fateci sentire un po’ di musica”, sembra dire la gente.
Infatti, quando terminiamo un concerto, riceviamo sempre molti complimenti per la qualità della nostra musica “suonata”, e noi siamo musicisti normali. Ma dal contrasto con la musica “non suonata”, risultiamo quasi dei fenomeni. A noi va bene, eh, ma lo diciamo nell’interesse degli altri: forse è ora di correggere la rotta.
Poi, a fianco di questa desolazione, abbiamo qualche perla, regalata, non a caso, da coloro che trattano la musica in maniera artigianale, che ne curano i suoni, le parole, le melodie e il mood generale.
 
Parliamo del vostro nuovo singolo “Misty Soul”. Cosa vi ha ispirato nella scrittura di questo brano?
In questi tempi frenetici, resi ancora più veloci da svariati dispositivi elettronici che ci gestiscono la giornata, diventa difficile riuscire a frenare quando si vive un momento che avrebbe bisogno di più attenzione. Per dirla più semplice, bisogna essere capaci di godersi l’attimo. Altrimenti poi passa e non è per nulla scontato che si ripresenti a breve. Volevamo inserire questo concetto in una canzone e Misty Soul sembrava adatta: ha un groove incalzante ma poi si apre nel ritornello, quasi come ad invitare a rallentare e assaporare il momento. Magari con un amico, un partner, un figlio, insomma, qualcuno a cui si vuole bene.
 
Ci sarà un album in arrivo? Cosa ci potete anticipare al riguardo?
La musica liquida (Spotify, YouTube, ecc.) non necessita di album. Questo per molti è visto come un delitto ma bisogna adeguarsi alle tecnologie che avanzano, senza considerarle il Male assoluto. Successe qualcosa di analogo con l’avvento del cd: anche allora ci si lamentava che non c’era una copertina, non c’erano i testi (e, se c’erano, risultavano illeggibili perchè microscopici), non c’erano foto grandi, ecc.
Volendo vedere comunque un legame con il concetto di album, possiamo dire che abbiamo un cospicuo numero di singoli che, prima o poi, verranno raccolti in un album, creato a posteriori.
 
Ci sono in programma dei live? Cosa deve aspettarsi lo spettatore sul palco?
Certamente. Sui social pubblichiamo regolarmente le nostre prossime date anche se, onestamente, in questi ultimi tempi abbiamo curato molto di più la produzione e la promozione, come questa intervista testimonia. I nostri live seguono da vicino la filosofia generatrice dei nostri pezzi: prima di tutto il groove, poi il resto. Ai nostri (Freak) show, lo spettatore può aspettarsi una ritmica solida, chitarre stranamente di retrogusto blues, una voce che vi stupirà e tanto tanto groove.

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