Antheal torna con "Spugne", un singolo che racconta la fine di un amore, ma con un approccio positivo e solare. Contrariamente alle canzoni malinconiche, il brano trasmette l'accettazione dei propri sentimenti, trasformando il dolore in qualcosa di nuovo, come una spugna che assorbe e poi strizza via.
Con "Spugne", Antheal riflette su una rottura che le ha insegnato il valore del tempo e della felicità personale. Il brano invita gli ascoltatori a lasciar andare e ad abbracciare un nuovo inizio, portando con sé un senso di sollievo.
Nel tuo brano “Spugne”, l’accettazione del passato emerge con una sonorità calda. Come sei riuscita a trovare l’equilibrio tra il messaggio emotivo e il sound?
Volevo creare qualcosa che non fosse la solita canzone strappalacrime, con un testo comunque ricco di emozioni che non risultasse scontato, dunque, la chiave per arrivare a ciò è stata proprio la ricerca del sound. Ho preso ispirazione da varie artiste della musica italiana che ammiro molto, una tra tutte Veronica Lucchesi, voce de i Rappresentante di lista, e in seguito ho iniziato a costruire quello che sarebbe diventato “Spugne”.
Come ti sei sentita mentre scrivevi il testo? Il processo creativo è stato catartico o più razionale per te?
Sinceramente? Meno turbata rispetto a quanto anticipato, anzi, forse è stato addirittura terapeutico per me. Sono una persona molto razionale quando si tratta di lavorare sui miei pezzi, dunque analizzo tutto a mente fredda. Il tutto è dettato anche dal mio perfezionismo, che mi rende davvero cinica nella scelte delle parole o dei temi da seguire.
“Spugne” si distacca da un cliché di tristezza per abbracciare un’energia più positiva. Come hai affrontato la sfida di raccontare un tema difficile con un'atmosfera più solare?
Con “Spugne” volevo parlare di qualcosa di pesante senza restare intrappolata nella tristezza. Eè stato importante per me trovare un tono più leggero, più solare, perché anche quando si sta male, c’è sempre uno spiraglio, un modo per trasformare quel dolore in qualcosa di nuovo. Come una spugna: assorbi, ma poi strizzi e vai avanti.
C’è qualche elemento della tua vita personale che ha influenzato particolarmente la scrittura di questa canzone?
Una brutta rottura che mi ha fatto capire molte cose, specialmente il concetto di “tempo” e di felicità. Affidare la propria felicità nelle mani di qualcuno non è mai la risposta, per questo nella mia canzone tengo molto a dare un’immagine visuale della rottura: le foto spezzate, gli effetti personali da portare via, i fiori secchi come l’amore ormai finito.
Cosa ti piacerebbe che gli ascoltatori portassero con sé dopo aver ascoltato "Spugne"?
Mi piacerebbe che si portassero via un senso di sollievo, come dopo un bel respiro profondo. “Spugne” parla di assorbire tanto, ma anche di riuscire a lasciare andare quando si è arrivati alla consapevolezza che nulla è fatto per essere recuperato.