Oggi abbiamo il piacere di conoscere la band dei Mixotri, qui con noi per presentare il loro ultimo lavoro discografico “Vorrei bastasse tutto questo”.
Qual è stata l'ispirazione principale dietro la creazione di "Vorrei bastasse tutto questo"?
Ciascuno di noi ha un suo background musicale specifico e diverso da quello degli altri, siamo molto eterogenei. Se dovessimo, però, indicare un genere di riferimento comune sarebbe il rock ed alternative anni ’90.
Quali temi avete esplorato in "Vorrei bastasse tutto questo"?
Abbiamo cercato di toccare più punti possibile in ambito psico-sociale, mantenendo come filo conduttore di tutto il disco disagio ed inadeguatezza, ma non come condizioni di stasi da cui è impossibile uscire, anzi, in cui è preferibile crogiolarsi, piuttosto come stati mentali negativi contro i quali bisogna, o bisognerebbe, reagire per poter riprendere in mano le redini e rendere la propria vita degna di tal nome.
Qual è la traccia che considerate la più significativa dell'album e perché?
Sicuramente il primo singolo, “Non ti piace questo posto che ti piace”, perché racchiude in sé il senso completo del disco, sia a livello lirico che musicale.
Qual è stata la canzone più difficile da scrivere o da registrare per questo album e perché?
La trilogia centrale, “Elvis”, “Vivienne” e “Cassiopea”, non tanto a livello di scrittura quanto di realizzazione, per la ricerca di effetti ed ambientazioni sonore particolari e sperimentali, influenzati da dubstep e musica elettronica.
Quali sono i piani futuri per i Mixotri? Ci sarà un tour?
Un mini-tour in regione (Emilia-Romagna) è già previsto per questa estate, ma stiamo lavorando per ampliare il raggio d’azione ed estenderlo a tutta la penisola nel prossimo autunno/inverno.
