Alle medie inizia a suonare il saxofono che, nonostante odiasse per il fatto di non poterci cantare sopra, lo aiuta a conoscere le basi della teoria musicale. È da sempre legato al suo professore di sax Pasquale M. a cui è molto grato per averlo fatto appassionare a questo mondo. Martino ci ha raccontato in via confidenziale che qualche mese fa lo ha incontrato per strada con i figli piccoli ma il professore non lo ha riconosciuto. In via ancora più confidenziale ha confessato che un giorno gli scriverà uno di quei messaggi che si scrivono solo da ubriachi per ringraziarlo come si deve.
Al liceo comincia a studiare il piano e la chitarra e ad auto-prodursi i suoi primi brani in cameretta con FL studio. Nel tempo si appassiona a mille generi e stili diversi. Abbraccia inizialmente il rap e la trap più melodica per poi passare all’ indie e al pop, sfiorando anche generi come la Future Bass e la musica House in generale (che produce tutt’ oggi quando è da solo e vuole rilassarsi).
Alla fatidica domanda “Che genere fai?” non formula una risposta secca. Odia catalogare la sua musica nel “genere x”, crede piuttosto sia un insieme di influenze che convergono. Ci dice anche che nel suo computer ha demo di generi che non hanno neanche un nome tanto che sono strani.
Attualmente la prima cosa che fa la mattina prima di alzarsi dal letto è mettere una canzone, lo stesso prima di andare a dormire e ovviamente durante tutto il corso della giornata. L’ unico posto in cui non ascolta qualcosa è il supermercato vicino casa ma semplicemente perché non prende e non ha voglia di scaricare le canzoni da Spotify. I suoi coinquilini credono sia pazzo.