Un abbraccio a tutti i lettori di Effetto Musica, io sono Saravita e da grande voglio fare la cantante (Sorride). Questo è quello che penso dall’età di 6 anni quando ho cominciato i primi passi sul pentagramma della musica perché nonostante la gavetta e l’esperienza non bisogna mai sentirsi arrivati. Non sono stata io ad avvicinarmi alla musica, ma la musica ad avvicinarsi a me quando avevo bisogno di lei, è parte di me da sempre.
Sono sempre stata affascinata dal cantautorato italiano da Dalla a De Andrè e dalle voci potenti, ruvide un po’ come la mia. Saper interpretare una canzone è una delle qualità più difficili da trovare in un artista e tra tutti Mia Martini ha sempre rappresentato per me un esempio da seguire, ma seguo anche artisti del momento che il palco se lo mangiano.
Nasco come interprete e come tale una canzone deve colpirmi al primo ascolto, deve emozionarmi perché poi penso che emozionandomi io in primis, riuscirò, cantando quel pezzo, a trasmettere emozioni al pubblico. Ascolto tante proposte, ma scelgo di pancia e quello che mi rappresenta. Con il mio ultimo brano MALIBU’ uscito il 18 luglio ho potuto sperimentare la novità di scrivere di mio pugno il pezzo ed è stato bello sperimentare e giocare con le parole, cucendomi addosso qualcosa che mi divertisse.
Il panorama italiano di oggi è bello tortuoso. Da fuori sembra tutto rose e fiori, ma quando sei dentro le difficolta sono diverse, non è facile. La musica è diventata veloce, una canzone dura giusto una stagione ed è tutto così immediato che ho paura che i grandi classici del passato che ascoltiamo ancora oggi non potranno essere più ripetuti. Sono poche le canzoni che rimangono nel tempo e farsi ascoltare è diventato difficile. Devi essere sul pezzo altrimenti fai fatica. Piattaforme streaming e social sono una grossa vetrina per la musica, ma il rovescio della medahlia è che diminuisce l’attenzione del pubblico che si sofferma pochi secondi su un lavoro di 3/4 mesi.
MALIBU’ è nato in 3 ore spinta dalla voglia di uscire con un brano estivo, leggero, dinamico, ma soprattutto ironico perché poi l’estate è anche leggerezza. Insieme al mio amico e collaboratore Nicola Coppola abbiamo scritto il pezzo in un pomeriggio, buona la prima e abbiamo passato l’idea alla mia etichetta discografica Maionese Project che ne ha curato la produzione con il suo team. Il mio pubblico l’ha accolto entusiasta perché hanno potuto ascoltarmi in una veste sempre Pop, ma con ambientazioni Dance e sinfonie anni’80. Il testo ironico del brano ha fatto il resto. Sono molto contenta di come l’abbiano accolto.
Negli anni, dalla mia esperienza a The Voice of Italy ad oggi, ho pubblicato diversi singoli che a dirla tutta un album veniva fuori, ma la tendenza della musica di oggi è quella di uscire con più singoli perché gli album non li vendono nemmeno i colossi della musica italiana. In realtà a me questa formula piace molto perché mi permette di sperimentare più generi e alimentare il mio pubblico con più attenzione, questo non toglie che prima o poi esca un progetto completo che mi porti anche a presentare questo lavoro in tour.