“Fuori”: il ritorno di LaFabbrica tra suoni ruvidi e introspezione sociale


Con Fuori, LaFabbrica riflette sull’egoismo dei tempi moderni, in cui l’eccesso di informazioni non basta più a scuotere le coscienze. Il brano denuncia una disconnessione emotiva crescente, raccontando il bisogno di affermare sé stessi anche a scapito del mondo esterno.

Abbiamo intervistato la band per scoprire cosa c’è dietro il nuovo singolo.

Come avete costruito il sound di “Fuori”? Ci sono scelte sonore particolari che riflettono il messaggio del brano?
Il sound del brano cerca di rappresentare il pensiero ossessivo, alla continua ricerca di qualcosa, così diffuso oggi giorno, lo stesso trova sfogo e risoluzione nel ritornello che rappresenta il tema del brano. La vittoria del sé su tutto.

Lavorate da tempo con Diego Abbate, ormai parte integrante del progetto: com’è cambiata la vostra sintonia nel tempo?
Nessun cambiamento in realtà, l’amicizia che ci lega esisteva ancora prima dell’inizio del progetto, maturando insieme molti aspetti del nostro rapporto sono diventati ancor più schietti e privi di sovrastrutture. Oggi ci godiamo anche la libertà di scontrarci, consapevoli che essa non rappresenti un rischio in grado di compromettere i rapporti.

Quanto conta per voi il contrasto tra liriche dense e suoni che colpiscono dritto allo stomaco?
È un legame essenziale per la nostra modalità di espressione che ci piace mantenere sul filo del rasoio, l’equilibrio tra tensione e risoluzione musicale che cerchiamo di mantenere anche rispetto alle liriche.

In che modo la registrazione di “Barriere” ha influenzato la scrittura di questo nuovo singolo?
Nel disco il tema delle barriere è affrontato da diverse prospettive, “fuori” descrive a nostro modo il confine che oggi si costruisce con il mondo esterno che troppo spesso coincide anche con quello dei nostri schermi. 

Qual è l’elemento sonoro che, secondo voi, rende “Fuori” immediatamente riconoscibile come una traccia de LaFabbrica?
L’insieme ruvido delle tracce che si incastrano in un tessuto sonoro sempre in movimento sono certamente un elemento distintivo del nostro suono. L’uso della voce inoltre contribuisce a dare quella sensazione di urgenza e instabilità che diventano una cifra sonora riconoscibile del nostro songwriting.

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