Federica G. si racconta: un percorso di musica e rinascita con 'Sbarre'


Oggi siamo qui per un'intervista esclusiva con Federica G., per parlare del suo ultimo singolo "Sbarre". Un brano autobiografico che si inserisce in una fase importante del percorso di cura dall’anoressia: dopo aver preso consapevolezza di quanto alcune situazioni che viveva fossero deleterie, l'artista stava imparando a descrivere a parole il dolore che provava, senza più il bisogno di ricorrere ai comportamenti tipici della malattia.
 
“Sbarre” racconta che cosa significa sentirsi prigionieri o senza la possibilità di scegliere. Le preoccupazioni rispetto a molti aspetti della vita a volte finiscono per limitarci, ma parlare dei propri timori è il primo passo da compiere per vedere le situazioni in un modo diverso e per permetterci di agire trovando un’alternativa.
 
Ciao Federica, presentati ai nostri lettori. Come e quando ti sei avvicinata alla musica?
Molto presto! Avevo tre anni e spesso mi capitava di fare dei lunghi viaggi in macchina con mio padre, durante i quali mi divertivo a cantare le canzoni di Elisa cercando di imitarla. In adolescenza ho imparato a suonare la chitarra da autodidatta e nel tempo è nata anche la passione per la scrittura, poi ho iniziato a scrivere i primi testi.
 
Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Fin dall’adolescenza ho ascoltato tanto Fabrizio Moro, Levante, Alec Benjamin, Dean Lewis e ultimamente mi sono appassionata a Francesca Michielin.
 
Come nascono le tue canzoni?
Nascono da mie esperienze personali. Di solito scrivo nei momenti in cui vivo qualcosa che mi colpisce e quindi cerco di tradurlo in musica. Parto da un giro di accordi e poi pian piano aggiungo il testo, anche se spesso scrivo abbastanza di getto.
 
Cosa ne pensi del panorama musicale odierno?
Apprezzo molto la musica italiana, ma ultimamente fatico a trovare delle canzoni da ascoltare che siano emozionanti, soprattutto per il testo che hanno. Penso sia importante tornare a dare importanza al messaggio che un brano può trasmettere, oltre a preoccuparsi di scrivere delle melodie accattivanti…non dovremmo dimenticarci che la musica è fatta di emozioni oltre che di numeri e obbiettivi da raggiungere.
 
Parliamo del tuo nuovo singolo. Come è nato? E che riscontro sta avendo con il pubblico?
Sbarre nasce durante il mio percorso di cura dall’anoressia. Nel periodo in cui l’ho scritto mi stavo rendendo conto di quanto alcune situazioni in cui mi trovavo fossero per me limitanti e stavo imparando a descrivere a parole il disagio che provavo. Ho ricevuto complimenti e messaggi di incoraggiamento e questo per me è molto importante!
 
Ci sarà un album in arrivo? Cosa ci puoi anticipare al riguardo?
Sì, tra qualche mese uscirà il mio primo EP, concept album sui disturbi alimentari che conterrà 6 tracce. È un progetto a cui tengo molto e che non vedo l’ora di condividere!
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