Fik y las Flores Molestas: un nuovo capitolo con "Stranger"

 

"Stranger" della band Fik y las Flores Molestas è concepita per essere un'esperienza intensa e immediata, progettata per essere assorbita in pochi minuti e per lasciare un'impronta indelebile nella mente dell'ascoltatore.
 
In "Stranger", Federico Ficarra, conosciuto come Fik, ha mescolato elementi di rock, rap e funky, creando un ambiente noir che funge da sfondo per la narrazione del suo blues personale. Le parole incisive e veloci, eseguite con pochi respiri, trasportano l'ascoltatore in un viaggio attraverso le profondità di una notte oscura, offrendo uno sguardo nell'animo tormentato dell'artista che trova rifugio nella musica, nella danza e nella socialità.
 
Con "Stranger", Fik y las Flores Molestas dimostrano una volta di più la loro versatilità artistica e la capacità di esplorare nuovi territori sonori senza perdere l'autenticità che li contraddistingue.
 
Parliamo del processo creativo di Stranger. Come hai concepito la canzone e quale significato ha per te?
La canzone nasce da un disagio reale e profondo, da un senso di alienazione dato dal boicottaggio e dall’emarginazione che ho vissuto come persona, musicista ed attivista, proprio nella mia città natale.
Il senso per me é liberatorio, volevo togliermi il peso di dire quello che mi é successo, affermare il mio punto di vista, che é stato poi quello della medicina che mi ha potuto guarire. La base strumentale nasce anni prima di quella vocale, nel periodo di malattia, credo fosse il periodo in cui vivevo a Berlino.
 
Parlando della tua chitarra Stratocaster, suonata in stile funky, come hai sviluppato questo elemento distintivo nel brano? Quali sono state le tue influenze musicali mentre lavoravi su "Stranger"?
Non abbiamo usato amplificatori per chitarra elettrica,  abbiamo collegato la Strato direttamente ad un gain a rack dello studio di Fosco17.
Per quanto riguardo lo stile con cui ho suonato la chitarra i miei riferimenti principali in questo campo sono i RHCP, James Brown, The Parliament, Lee Ritenour, Daft Punk, Vulfpeck, Tom Misch, Stevie Ray Vaughn, Kool & The Gang, Steve Crooper dei Booker T. and MG’s…
 
Il video è stato girato in un solo giorno dopo due mesi di preparazione. Puoi raccontarci di più su questo processo e su come hai vissuto quei momenti intensi?
Ho preso delle lezioni di danza dalla coreografa Isabella Pettenuzzo e continuo a prenderle anche per i prossimi singoli in uscita. L’emozione piú forte é stata il giorno in cui abbiamo girato il video, c’era molta croccantezza nell’aria, good vibes, io anche ero carico nonostante o forse proprio perché avevo appena avuto delle giornate nere nei giorni precedenti.
É nata una collaborazione con danzatrici e coreografe - l’altra é Federica Esposti che ha dato il maggior contributo a livello di visione, energie e tempo dedicati -  che ora fanno parte dei Fiori Molesti! =)
 
Parliamo della tua esperienza nella scena hip hop di Padova. Come ha influenzato la tua musica e la creazione di "Stranger"?
Conosco poco in realtà la scena di Padova, sono andato a sentire diverse serate di freestyle ma ancora non me la sento di rappare per libera associazione di idee, chissà cosa potrei dire!! =)
In particolare ho conosciuto il rapper nigeriano chiamato Slim Soldier che vive a Padova e col quale anni fa realizzai un video, inoltre ho tratto ispirazione dai suoi videoclips girati all’Arcella o comunque a Padova.
La persona che mi ha ispirato di più e dato i maggiori spunti creativi é senza dubbio il batterista rapper Michele Tedesco, in musica Saico.
Oltre a lui mi hanno ispirato i rapper freestylers Stiven Morini e Danilo in musical DennyRaven.
Una mia carissima amica, Alice, mi ha suggerito diversi video di rap hip hop funk, incoraggiato e dato alcuni suggerimenti sulla danza.
 
"Stranger" sembra rappresentare una svolta rispetto al tuo precedente album "Pissin’around". Come descriveresti l'evoluzione della tua musica e cosa possiamo aspettarci nel futuro?
Questo album é stato interamente realizzato da me, Fosco17 e il suo batterista di fiducia Luca Rizzoli in meno di 3 mesi. Pissin’around al contrario ha preso 3 anni ed ha coinvolto tantissimi musicisti. A parte questo il disco suona meno come un concerto dal vivo, é piú radiofonico orecchiabile ed incentrato sul groove, articolato in strutture più moderne, complesso a volte ma sempre con l’intento di essere comprensibile e ballabile. Nel futuro aspettatevi dischi sperimentali, sempre cantati e un po’ di jazz.
 
Infine, cosa vorresti che il pubblico portasse con sé dopo aver ascoltato "Stranger" e visto il suo videoclip?
Vorrei che il pubblico si incuriosisse e si ponesse delle domande sulle vite degli altri e ne conoscesse le risposte, prima di giudicarli senza magari manco conoscerli nella vita reale. Vorrei che la gente si immedesimasse nella sofferenza che ho vissuto e trasse coraggio per combattere i propri problemi, per reclamare le proprie istanze, diritti.

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