Intervista alla band dei Dittatvra


Uno spiedino di betulla tipicamente abruzzese trafigge il cuore pulsante dell’Emilia Romagna. Questa è l’obliqua e grottesca cornice narrativa dal sapore Stokeriano all’interno della quale prende forma il progetto della band horror crossover Dittatvra. L’italiano è il linguaggio attraverso il quale le liriche esprimono in maniera dissacrante e con piglio punk, tematiche rabesche intrise di black humor e suggestioni ammiccanti la pop culture.
La capacità di smaterializzare la vocalità contenutistica, per trasformarla in una coloratissima onda sonora che travalica i generi si innesta con le evoluzioni ritmiche e sincopate, insieme alla potenza del basso e della chitarra, diventano fluidità capaci di plasmarsi perfettamente sui brani e di fondersi in unico e ruvido elemento.
La pubblicazione del primo EP consente alla band di poter intraprendere un tour che attraversando tutto lo stivale gli darà la possibilità di ricevere una particolare attenzione da parte di stampa e addetti ai lavori.

Perché avete scelto di dare al vostro gruppo il nome di Dittatvra?
Perchè ci serviva un nome fastidioso e arrogante. Un nome che rappresentasse il contrario di ciò che facciamo (il punk è culturamente associato all'anarchia). Un nome che, dato che è stato scelto nel 2017, fosse un po' uno sfregio ai tipici nomi ridicoli dei cantautori o delle band indie, quando in Italia imperversava senza freni e su tutti i livelli questa musica imbarazzante e insulsa e supponente. E perchè volevamo evocare qualcosa che facesse veramente paura, in questo caso l'idea di dittatura.

Come e quando si è formata la vostra band?
La band è nata in Abruzzo, a Teramo, nel 2017, esattamente il 18 gennaio, quando ci fu una nevicata killer che sommerse quasi tutta la provincia portando morte e distruzione un po' ovunque e che, insieme a tre scosse di terremoto, avrebbe anche portato alla tragedia di Rigopiano. Quel giorno venne in mente l'idea di creare una band horror punk al cantante Filippo. A lui si unirono il chitarrista Ferruccio e il batterista Andrea, con i quali registrò il primo ep "Interamnia Blood", accompagnati live poi da un altro chitarrista, Davide (oggi artista solista dal nome Fredd0°).
Poi Filippo nell'estate 2018 si è trasferito a Bologna e tra un ritardo e l'altro ha rimesso su la band con un'altra formazione a dicembre 2021, che sarebbe quella attuale, con Filippo Maccarelli alla batteria, Matteo Francalaci alla chitarra e Federico De Maria al basso.

Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il vostro percorso artistico?
I Rammstein, Marilyn Manson, Nine Inch Nails, Salmo, i Ministri, Voina, Metallica, Slipknot, Pantera e bla bla bla.

Con chi vi piacerebbe collaborare o duettare?
Nel magico mondo dell'irrealizzabile, che si estende a tutti nomi qui sotto elencati, sarebbe stato figo fare un pezzo con Fabri Fibra, o anche con Salmo. Anche Taxi B secondo noi ci potrebbe stare bene. O sennò Giovanni Lindo Ferretti o Divi dei Ministri, perchè no. Sarebbe stato divertente anche farlo con il Vasco degli anni settanta. 

Parliamo del vostro ultimo singolo “Mangiare male”. Come è nata l’idea per questo brano?
Appallottolando un pasto difficilmente digeribile anche per tirannosauro con l'ossessione per la fine del mondo. 

Qualche novità che volete condividere, in anteprima, con i nostri lettori?
Si, il prossimo singolo sarà una rielaborazione (non una cover) in chiave horror punk di una canzone di Fabrizio De Andrè, ossia "La ballata dell'amore cieco".

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