Beabaleari è un duo musicale che nasce nel 2021 dall’unione artistica della cantautrice Diana Tejera e dell’autrice Beatrice Tomassetti, già coppia nella vita. Un progetto originale, ironico, immaginifico ed esistenziale che si interroga sull’umanità e sulla natura delle cose, attraverso una ricerca che vede scienza e poesia mescolarsi con leggerezza. Le canzoni nascono dal desiderio di comprendere la nostra esistenza in questo universo sconfinato che ci ospita, che ci ha preceduto e che ci sopravvivrà; un rito catartico e liberatorio atto ad alleviare le ansie e i tormenti a cui la grande incertezza della vita, inevitabilmente, ci espone. Mentre si strugge, però, Beabaleari non smette di posare lo sguardo sulla bellezza delle grandi e piccole cose che il mondo ci continua ad offrire, concentrando l’attenzione su dettagli a volte irrilevanti ma salvifici. Il sound è volutamente delicato, ritmato ed estivo. Una produzione dream pop dove passato e presente si intrecciano con armonia, un incontro perfetto tra cantautorato classico e synth spaziali.
Con Giallo
Ocra esce nel 2022 il loro primo singolo “Dove si nascondono i megalodonti” e
il rispettivo video animato ideato dall’artista e illustratrice Marta
Cavicchioni e nel 2023 il secondo singolo “Come dorme un pesce”, il cui video è
girato da Giacomo Latorrata.
Il vostro
progetto si interroga sull’umanità e sulla natura delle cose, attraverso una
ricerca che vede scienza e poesia mescolarsi con leggerezza. Cosa vi ha spinto
verso questa direzione?
La scienza è lo studio di tutto quello che ci circonda, della natura in primis, che ci regala infinita poesia, e mai come in questo periodo storico ci richiede un’attenzione che è mancata. Il passaggio che unisce scienza e poesia è dunque una conseguenza logica. La leggerezza è per noi un mezzo più accessibile, a volte più efficace, per trattare anche i temi più amari.
Parliamo
del vostro nuovo singolo “Come l'acqua sulla luna”. Come nasce, qual è l’idea
creativa e narrativa?
Nasce con la voglia di parlare dell’estromissione di Plutone dal Sistema Solare, della nostra indignazione. Con questa scusa abbiamo voluto parlare di fortuna, intesa come destino, quella che capita a prescindere dalla nostra volontà, e di quella che invece ci costruiamo da soli con le nostre scelte e con le nostre azioni. In un’esistenza dove tutto è relativo sta a noi preservare le cose a cui teniamo.
Se doveste
definire il singolo con un’emozione, uno stato d’animo, quale scegliereste?
E’ un brano ottimista e speranzoso con dei tratti malinconici, tipici della nostra produzione.
Come e dove
trovate la vostra creatività musicale?
La troviamo nell’ozio soprattutto, il preferito tra i nostri vizi. Uno spazio vuoto necessario per elaborare e metabolizzare gli eventi della vita e trasformarli in musica e parole.
Vi
emozionate più in sala di registrazione o live?
Sono due emozioni diverse, importanti allo stesso modo. In sala è il momento della scoperta, di come diventa e si trasforma una canzone. Il live porta con se panico, gioia e adrenalina.
Raccontaci
una vostra giornata tipo in studio.
Si parte da una registrazione chitarra e voce, le ossa del brano. Poi Diana passa alla fase di produzione arrangiando il brano e suonando i vari strumenti, chiedendo ovviamente a Beatrice infiniti feedback per essere allineate sul sound desiderato. La fase finale è la registrazione delle voci definitive, poi chiaramente seguono il missaggio e il mastering., che nel caso di “Come l’acqua sulla Luna” ha seguito Fernando Alba.
Ci sarà un
album in arrivo? Cosa ci potete anticipare al riguardo?
Certo, è prevista l’uscita di un album per l’autunno 2023. Possiamo solo dire che sarà un album molto baleare, fresco ma con note esistenziali. Sarà arricchito dal suono della chitarra elettrica di Fernando Pantini, dal basso di Raffaele Trapasso e la batteria di Max Baldassarre
La scienza è lo studio di tutto quello che ci circonda, della natura in primis, che ci regala infinita poesia, e mai come in questo periodo storico ci richiede un’attenzione che è mancata. Il passaggio che unisce scienza e poesia è dunque una conseguenza logica. La leggerezza è per noi un mezzo più accessibile, a volte più efficace, per trattare anche i temi più amari.
Nasce con la voglia di parlare dell’estromissione di Plutone dal Sistema Solare, della nostra indignazione. Con questa scusa abbiamo voluto parlare di fortuna, intesa come destino, quella che capita a prescindere dalla nostra volontà, e di quella che invece ci costruiamo da soli con le nostre scelte e con le nostre azioni. In un’esistenza dove tutto è relativo sta a noi preservare le cose a cui teniamo.
E’ un brano ottimista e speranzoso con dei tratti malinconici, tipici della nostra produzione.
La troviamo nell’ozio soprattutto, il preferito tra i nostri vizi. Uno spazio vuoto necessario per elaborare e metabolizzare gli eventi della vita e trasformarli in musica e parole.
Sono due emozioni diverse, importanti allo stesso modo. In sala è il momento della scoperta, di come diventa e si trasforma una canzone. Il live porta con se panico, gioia e adrenalina.
Si parte da una registrazione chitarra e voce, le ossa del brano. Poi Diana passa alla fase di produzione arrangiando il brano e suonando i vari strumenti, chiedendo ovviamente a Beatrice infiniti feedback per essere allineate sul sound desiderato. La fase finale è la registrazione delle voci definitive, poi chiaramente seguono il missaggio e il mastering., che nel caso di “Come l’acqua sulla Luna” ha seguito Fernando Alba.
Certo, è prevista l’uscita di un album per l’autunno 2023. Possiamo solo dire che sarà un album molto baleare, fresco ma con note esistenziali. Sarà arricchito dal suono della chitarra elettrica di Fernando Pantini, dal basso di Raffaele Trapasso e la batteria di Max Baldassarre