Ascoltavo musica continuamente e quel mondo mi affascinava. Scrivevo già molto di mio, in termini di poesie e racconti. Dopo aver cominciato a strimpellare una chitarra sono uscite le prime canzoni senza neanche cercare di farlo, capendo quanto lo scrivere canzoni completasse bene i miei bisogni creativi.
All’inizio i Beatles e i Blur sul piano internazionale, Silvestri, Bluvertigo e Scisma su quello italiano. Poi mi sono piuttosto affrancato dalla cosa.
Il mio nome d’arte vuol dire proprio, prendendo spunto da Platone, che non si inventa niente, ma si mescolano i ricordi per arrivare a un linguaggio proprio.
Io cerco di assecondare quel che mi suggeriscono le canzoni che scrivo, senza paletti. Poi ovviamente ognuno può ritrovarci quel che vuole.
Mi fa abbastanza orrore. Certo, il fatto che la musica sia così inflazionata ha portato a prendersi un piccolo spazio anche alcuni artisti secondo me di grande valore, come per esempio Colombre.
Io amo quelli che fanno musica come piace a loro e non nel modo in cui ipoteticamente dovrebbe piacere a un determinato pubblico.
Beh, è nato proprio per prendere in giro quel tipo di musica a cui mi riferivo. La musica che non è leggera, né leggerissima, ma profondamente vuota. Basta una parola accattivante inserita in “quell’arrangiamento là” e la hit è fatta.
Come dico nel brano, io non sono fatto per fare hit. Quindi sono contento che al mio pur piccolo pubblico la canzone piaccia.
“E poi muoio dal ridere, perché tutto è ma potrebbe anche non essere”. Che una frase del primo singolo della mia vita, appunto, “(Non)Essere”.
Sì, sono abbastanza vecchio da ragionare ad album. Poi faccio i singoli come tutti, ma concepisco un disco alla volta. Questo di chiamerà “La Verità è un’Altra” e sarà proprio un insieme di verità “altre” che spesso non si dicono o non dovrebbero essere dette...
