Intervista al cantautore Giuseppe Cucè per il singolo "La mia Dea"


Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, ecco la nostra intervista a Giuseppe Cucè, il cantautore catanese in radio con il nuovo singolo “La mia Dea”.

Scopriamo qualcosa di più su di lui, sul brano e sui prossimi progetti!

Com’è nata la tua passione per la musica e quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
Non esiste un momento ben preciso almeno che io ricordi, credo che sia stata sempre dentro di me “LA MUSICA” per quanto possa essere stata mercificata e trasformata quasi ridotta ad un logaritmo sul web, la musica è sempre stata per me un sentimento, un’espressione corporea, una sensazione visiva a volte anche olfattiva, quasi come ad includere tutti i sensi… un’immagine scaturisce suoni e suggerisce parole, un momento esatto della propria esistenza rievoca una canzone, un odore, un colore, un sentimento. Ecco per me la musica è tutto questo ma anche qualcosa che non saprò mai spiegare. Se penso ad artisti che mi hanno influenzato sono certo che potrei dirne tanti e diversi tra loro, per genere e per tempo, sicuramente Luigi Tenco e Battiato sono stati quelli che mi hanno più coinvolto e quelli che ho più amato. 

Quando hai iniziato a sentire la necessità di raccontare la tua vita in musica?
Quando ho iniziato ad ascoltarmi, quando ho imparato ad ascoltarmi!  quando il mio io interiore ha iniziato a suggerirmi le parole più oneste, le parole che più potevano esprimere i miei sentimenti le mie sensazioni e la visione più lucida del momento che stavo vivendo. 

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
L’odore di una tastiera elettronica appena regalata quando ero bambino.

Parliamo del tuo nuovo singolo “La mia Dea”. Quali sono i temi trattati e cosa ti ha spinto a scegliere questo titolo?
Quando inizi a raccontarti, per me è sempre stato importante partire dai legami più forti ed in questo caso il legame che ho con mia madre. Comprendere questo legame e soprattutto realizzare che attraverso questo sentimento a volte in contrasto a volte simbiotico ed indispensabile la tua esistenza ed il tuo percorso personale ed identitario si determinano e si forgiano, fino alla costruzione della persona che sarai un futuro. La mia dea quella visione eterea che avevo di mia madre da bambino che con il tempo impari a renderla umana, capace di commettere errori come chiunque altro ma anche e soprattutto l’unica persona nella tua vita in grado di poterti amare incondizionatamente.  

Qual è l’insegnamento più importante che hai appreso fino adesso dalla musica?
La musica mi ha insegnato come poter esprimere i miei sentimenti senza filtri e senza remore.
La musica mi ha insegnato ad essere me stesso nel bene e nel male. 

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori? 
La Mia Dea è la prima tappa di un trilogia di brani con un comune denominatore, il viaggio per la comprensione di se stessi, restate in ascolto!!!  

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