Nato nel 2016 dall'incontro tra Marco Costa e Riccardo Polledri, il progetto Fattore Rurale ha raggiunto con "Emilia Cowboy" la sua piena maturità espressiva. L'album è il manifesto di un'identità artistica ben definita, che pone la "verità" e l'esigenza comunicativa alla base di tutto. L'innesto di Gianluca Ferrari al basso e nella scrittura è stato fondamentale per allineare il pensiero comune della band e dare coesione al messaggio. L'album, in uscita il 28 novembre, celebra la consapevolezza che l'essere umano è imperfetto e consumato dalle "cicatrici del proprio vissuto", trasformando queste disillusioni in musica "reale e di cuore, sempre". Una prova di solidità che merita attenzione nel panorama rock d'autore italiano.
Ciao, benvenuti. Presentatevi ai nostri lettori, raccontando brevemente chi sono i Fattore Rurale e qual è l'elemento, o il "fattore," che definisce il vostro sound unico che mescola America e Piacenza.
Ciao a voi e grazie dell’invito. La nostra musica nasce come ogni cosa che facciamo, dall'esigenza e la verità. Il Fattore Rurale vuole urlare al mondo un messaggio preciso: è inutile scappare dalla propria natura. Solo l'accettazione dei propri peccati potrà rendere le persone libere. L'essere umano è lontano dall'essere perfetto perché consumato dalle cicatrici del proprio vissuto e dalle disillusioni della vita reale. Disseppelliamo la verità, nascondere i mostri sotto al letto non è la soluzione e la sincerità verso se stessi, renderà liberi. Chi vive inseguendo l'idea di voler piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto.
La vostra musica ha radici molto chiare nel country-folk e in una narrazione cruda. Qual è stato il percorso che vi ha avvicinato a questo genere e cosa vi ha spinto a usare proprio queste sonorità per esprimere la "verità distorta" delle vostre terre?
È uscito tutto nella semplicità più totale, non so dirti nello specifico cosa è stato. Ci siamo incontrati e in sala prove è uscito questo sound, ruvido e affiliato come un coltello.
Tra le vostre influenze citate grandi nomi come Johnny Cash e Bruce Springsteen. In che modo questi artisti, maestri del racconto e del songwriting crudo, hanno plasmato il sound e l'identità lirica di "Emilia Cowboy"?
Più che influenze musicali; secondo me l'artista, musicista, scrittore o regista che sia, forma l’essere umano più profondamente. Non si parla di influenze musicali, ma di come la vita è stata influenzata dall'arte. Per quel che mi riguarda Twain, Lansdale, Scorsese, Guccini, Vasco, Springsteen e Cash sono tra gli artisti che più hanno segnato la mia crescita, come essere umano.
Avete una missione molto esplicita: "entrare dentro le persone, senza lasciare spazio alle menzogne." Quanto è doloroso o necessario il vostro processo creativo per raggiungere questa crudezza espressiva e in che modo nascono le canzoni dei Fattore Rurale?
Ogni volta perdiamo un pezzo ed è dolorosissimo. Facendo quello che facciamo con estrema sincerità è impossibile non soffrire.
Parliamo del vostro nuovo disco, "Emilia Cowboy". Oltre al titolo suggestivo, il concept si basa sul dualismo tra bene e male e sul concetto di eterno ritorno. Come sono nati questi temi così filosofici e in che modo il motto "Morte Amore Desolazione" è diventato la bussola emotiva dell’intero progetto?
Intanto ti ringrazio per la bellissima domanda, molto stimolante. Il nostro manifesto, Morte Amore Desolazione, è la nostra rappresentazione dell'eterno ritorno. Questa filosofia condiziona immensamente il modo in cui viviamo, facendoci toccare da ogni ciclico evento così per vivere in pieno fino all'ultimo respiro.
Voi siete un progetto che si posiziona con una forte identità di genere e una missione precisa. Cosa pensate del panorama musicale odierno in Italia e quale spazio credete possa conquistare un lavoro così radicato e intimo come il vostro, che non teme di affrontare le "urla" interiori?
Sinceramente non lo so, ma in realtà non credo neanche che mi interessi più di tanto, nel senso che noi facciamo musica per chi è disposto a lasciarsi attraversare, questo è il nostro spazio nella musica di oggi. Sul mercato discografico, non ho niente da dire, vende quello che piace e mi va bene così.
"Emilia Cowboy" è uscito lo scorso novembre. Quali sono i prossimi impegni live o promozionali per portare queste nuove storie e questo dualismo unico sui palchi italiani?
Suoneremo e scriveremo canzoni, fino a che queste cose ci faranno stare bene. Abbiamo una serie di live in tutta Italia dove troveremo nostri simili. Zero aspettative, solo il qui e ora.

