In occasione
dell’uscita del singolo “Algoritmo”, abbiamo avuto il piacere di
intervistare il cantautore Giovanni Santese.
Dopo la data del 18
marzo a Pesaro, farà tappa sabato 1° aprile allo Spazio Porto di Taranto
il FOREVER
VECCHIO TOUR, lo spettacolo di canzoni e parole che porterà in
giro in tutta Italia il nuovo disco FOREVER VECCHIO. La regia dello
spettacolo è di Lorenzo Kruger, che ha scritto insieme a Giovanni Santese i
monologhi che intervallano i brani ed ha curato il concept del concerto, la
scenografia e i costumi. Il concerto è un grande trasloco di parole e canzoni,
dal vecchio al nuovo e viceversa. La scenografia è un insieme di giganteschi
fogli volanti con sopra appunti di canzoni.
Ciao, presentati ai nostri lettori.
Sono Giovanni Santese e sono in uscita con il primo album a mio nome tra pochi giorni, ed ho altri due dischi all’attivo come non giovanni: Ho deciso di restare in Italia (2014) e Stare bene (2017).
Come e quando ti sei
avvicinato alla musica?
Ho iniziato a suonare la chitarra classica da adolescente, quando ho capito che della chitarra mi interessava per lo più utilizzarla per mettere in musica le cose che già scrivevo non ho più smesso.
Chi sono i tuoi artisti
di riferimento?
Sono cresciuto principalmente coi cantautori italiani: De Gregori, De Andrè, Guccini, Rino Gaetano, Dalla. Ascolto anche tanta altra roba, ma l’utilizzo poetico della lingua italiana nelle canzoni è quello che sempre mi colpisce di più.
Come nascono le tue
canzoni?
C’è sempre la folgorazione per un’idea, un concetto, una sensazione, da cui parte tutto, e poi posso impiegarci un giorno come dai mesi, ma non mollo il foglio o la chitarra finché non ho scritto una nuova canzone che mi piace.
Cosa ne pensi del
panorama musicale odierno?
C’è tantissima musica, emergere all’attenzione di un pubblico vasto non è semplicissimo, anche suonare in giro e trovare ascoltatori curiosi di scoprire nuova musica non è così scontato. Ma credo comunque che prima o poi ognuno trovi la sua strada adatta alle sue aspirazioni.
Parliamo del tuo nuovo
singolo. Come è nato? E che riscontro sta avendo con il pubblico?
Il testo ha avuto tanti rimaneggiamenti, così come la musica, il pezzo ha avuto una gestazione piuttosto lunga. Ma l’idea di questo futuro distopico in cui l’uomo è governato completamente dagli algoritmi era sempre la stessa. Mi piace molto il risultato e vedo che la canzone piace. Ha una sorta di andamento ipnotico che conquista.
Ci sarà un album in
arrivo? Cosa ci puoi anticipare al riguardo?
L’album uscirà il 21 aprile a si chiamerà Forever Vecchio, siamo già in giro con lo spettacolo, scritto insieme a Lorenzo Kruger dei Nobraino, è uno spettacolo di parole e canzoni, con una scenografia e dei costumi curati, di cui sono molto contento.
Ciao, presentati ai nostri lettori.
Sono Giovanni Santese e sono in uscita con il primo album a mio nome tra pochi giorni, ed ho altri due dischi all’attivo come non giovanni: Ho deciso di restare in Italia (2014) e Stare bene (2017).
Ho iniziato a suonare la chitarra classica da adolescente, quando ho capito che della chitarra mi interessava per lo più utilizzarla per mettere in musica le cose che già scrivevo non ho più smesso.
Sono cresciuto principalmente coi cantautori italiani: De Gregori, De Andrè, Guccini, Rino Gaetano, Dalla. Ascolto anche tanta altra roba, ma l’utilizzo poetico della lingua italiana nelle canzoni è quello che sempre mi colpisce di più.
C’è sempre la folgorazione per un’idea, un concetto, una sensazione, da cui parte tutto, e poi posso impiegarci un giorno come dai mesi, ma non mollo il foglio o la chitarra finché non ho scritto una nuova canzone che mi piace.
C’è tantissima musica, emergere all’attenzione di un pubblico vasto non è semplicissimo, anche suonare in giro e trovare ascoltatori curiosi di scoprire nuova musica non è così scontato. Ma credo comunque che prima o poi ognuno trovi la sua strada adatta alle sue aspirazioni.
Il testo ha avuto tanti rimaneggiamenti, così come la musica, il pezzo ha avuto una gestazione piuttosto lunga. Ma l’idea di questo futuro distopico in cui l’uomo è governato completamente dagli algoritmi era sempre la stessa. Mi piace molto il risultato e vedo che la canzone piace. Ha una sorta di andamento ipnotico che conquista.
L’album uscirà il 21 aprile a si chiamerà Forever Vecchio, siamo già in giro con lo spettacolo, scritto insieme a Lorenzo Kruger dei Nobraino, è uno spettacolo di parole e canzoni, con una scenografia e dei costumi curati, di cui sono molto contento.