Francesco Faggi: «“Molto di più” è nato quando ero ancora al liceo e si è evoluto fino ad arrivare ad oggi»


“Molto di più” è il primo ep di Francesco Faggi su tutte le piattaforme di streaming digitale dall'11 novembre. Un progetto composto da cinque canzoni che rappresentano un viaggio mentale. Le parole e la musica di questi pezzi sono l’espressione cristallizzata di sensazioni e prese di coscienza che nella realtà sono molto di più, amplificate dai contesti e dalla vita di ognuno di noi. Da qui il titolo dell’EP.

Ciao Francesco, presentati ai nostri lettori.
Ciaoooo è un piacere essere qua. Mi chiamo Francesco Faggi e sono un ragazzo tranquillo, simpatico penso. 

Come e quando ti sei avvicinato alla musica?
Mi sono avvicinato alla musica da bambino, i miei genitori mi hanno portato a lezione di pianoforte da una loro amica musicista e lì è cominciato tutto. Un’episodio fondamentale è stato quando, qualche anno dopo, ho visto Michael Jackson in tv: a quel punto ho deciso ufficialmente che da grande avrei voluto fare musica. 

Ho portato avanti lo studio del pianoforte fino alla laurea al conservatorio in Pianoforte Jazz, intanto studiavo canto e scrivevo canzoni. A 16 anni è capitato che delle persone mi facessero l’arrangiamento di un brano, che però non mi era piaciuto per niente e non volevano nemmeno modificarlo, allora mi sono detto: “basta studierò per fare da solo gli arrangiamenti”. È così che poi sono diventato un producer musicale.

Parallelamente studiavo anche altre discipline come la recitazione e la danza, che abbinate al canto mi hanno permesso di vivere esperienze bellissime nel mondo del teatro/musical, anche all’estero (ad esempio in Francia, a New York e in Arabia Saudita). 

Chi sono i tuoi artisti di riferimento?
I miei artisti di riferimento sicuramente sono quelli che ascoltavo da piccolo: oltre a Michael Jackson, in macchina ascoltavo sempre i CD dei Queen, Michael Bublé e i Simply Red. Negli ultimi anni il mio preferito è Billy Joel. Del panorama italiano invece, Daniele Silvestri, Brunori Sas e Frah Quintale sono tra gli artisti che più ascolto.

Come nascono le tue canzoni? 
L’ispirazione iniziale è sempre diversa, può essere nascere da una frase detta a caso da qualcuno, o da un suono strano, da un paesaggio o da qualsiasi altra cosa. Poi mi metto al pianoforte e inizio a scrivere. A volte la canzone viene fuori tutta subito, altre volte invece ha bisogno di un po’ di tempo, magari qualche settimana o qualche mese. Credo sia importante lasciare alla musica il giusto tempo, senza forzare la creatività e inscatolarla in una tempistica ben definita, anche se a volte può andare contro alle necessità del mercato musicale attuale. 
Successivamente, dopo aver scritto la canzone, inizio a fare l’arrangiamento/produzione nella mia home studio e infine concludo il tutto con il mio sound engineer Marco Versari e tutto il mio team. 

Cosa ne pensi del panorama musicale odierno?
Domanda di riserva? No dai scherzo ahahah anche perché ci tengo nel mio piccolo a dire il mio pensiero. È un discorso forse un po’ complesso, penso che da un lato ci siano molti artisti talentuosi e interessanti (i miei preferiti a livello internazionale, ad esempio, sono Rex Orange County e Djo), dall’altro invece vedo un trionfo della mediocrità, dovuto sicuramente a una mancanza di cultura in generale. Parlo più che altro dell’Italia, è un discorso da non generalizzare, allo stesso tempo credo che in molti lo pensino. 

C’è una frase di un giornalista famoso (Leo Longanesi) che dice “L’arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati”: credo che sia una frase molto attuale. D’altronde, al giorno d’oggi basta che una persona scriva due righe o guardi due video su YouTube su come usare “Logic Pro X” e già si considera “producer” o “artista”. Mentre invece la musica è un lavoro vero che richiede tanto studio, l’unica chiave per vivere delle proprie canzoni a lungo termine. 

Purtroppo per gli artisti nuovi è davvero difficile emergere perché la maggior parte delle volte siamo lasciati al caso, non si sa veramente qual è la direzione giusta da prendere. Molti diranno “eh ma al giorno d’oggi ci sono i social che ti danno visibilità, un tempo non c’erano” …sì e no. I social danno l’illusione di poter arrivare a tante persone, e a volte succede, ma è davvero raro per un’artista emergere semplicemente da lì, senza un aiutino da “dietro le quinte”. In più al giorno d’oggi non puoi più guadagnare direttamente dalla musica, al contrario di alcune persone che ancora pensano che gli artisti vivano grazie agli streaming su Spotify o alle views su YouTube. Per gli ascoltatori di oggi la musica sarà un mondo bellissimo immagino, siccome possono ascoltare gratis qualsiasi cosa, mi auguro però che un giorno il mestiere dell’arte abbia il giusto riconoscimento economico come merita e come era tempo fa, perché tutto ciò è un grande limite per le ambizioni di tanti artisti meritevoli che sono costretti a cambiare lavoro perché altrimenti non arrivano a fine mese.

Parliamo del tuo nuovo ep. Come è nato? 
“Molto di più” è nato quando ero ancora al liceo e si è evoluto fino ad arrivare ad oggi. Per me rappresenta un viaggio mentale, la cui ispirazione è nata da un’importante relazione passata. Questi brani sono una fotografia istantanea di sensazioni che nella realtà sono molto di più, amplificate dai contesti della vita di tutti noi. Per questo ho intitolato l’EP così, che poi è anche il titolo della prima traccia. 

C’è un filo conduttore, ovvero la storia d’amore che inizia e finisce: “Molto di più” è la prima volta che dici “ti amo”, “Chill” è la ricerca di uno stato di relax con il tuo partner, “Jim Carrey” è il giorno di fine della storia, “Mentalmente instabile” è lo sfogo postumo con un pizzico di ironia, “presa male” è il sentirsi soli in una stanza vuota. 

Di tutto il progetto ho curato testi, musica e arrangiamento/produzione e il sound è Pop/RnB, dove il pianoforte ha un ruolo centrale. Tutto questo non sarebbe comunque possibile senza il mio team di produzione che ha contribuito a dare vita a questo progetto, in particolare colgo l’occasione per ringraziare il mio sound engineer Marco Versari, il nostro videomaker di riferimento Marco Trastu, mio padre Fabio e mia sorella Elena Faggi, i miei amici/colleghi musicisti Matteo Tiozzo, Alex Ferro e Daniel Bruni e ovviamente il Maestro Beppe Vessicchio che con i suoi consigli ha messo il turbo al processo della mia crescita musicale.

Tags

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !