Il Solito Dandy: il nuovo singolo "Pozzanghere"


Come dalla realtà può nascere la fantasia così Il Solito Dandy quando si immerge in una pozzanghera non finisce solo per sporcarsi di fango, ma si ritrova un mare meraviglioso. In questa nuova avventura tornano a fargli compagnia il fidato Uomo Blu, la Donna Aragosta, l’Angelo Dorato e il Clown Gentile. 

Il Solito Dandy è pronto a portare l’ascoltatore a vivere ogni giorno come se fosse in un film neosurrealista con il suo nuovo singolo “POZZANGHERE” (Neverending Mina/Artist First), disponibile da oggi, venerdì 4 marzo, in streaming e in download.

"Ogni anno festeggiamo il capodanno a gennaio, non rendendoci conto che il vero capodanno è a settembre, quando torniamo dalle vacanze e riprende la vita di tutti i giorni - racconta Il Solito Dandy - Col cuore ancora chiuso per ferie, Pozzanghere è la storia di due persone che si avvicinano ma non troppo, che si telefonano stanchi ma felici. I protagonisti cercano così di conoscersi e capirsi, pur essendo feriti dai ricordi del passato e da certi amori che pian piano sembrano sbiadire, come macchie sul bianco o il profumo quando si mangia la frittura. La canzone parla di cose semplici, di una vita difficile ma leggera come una commedia americana, di cieli bianchi che potrebbero piovere da un momento all’altro, e di piccole cose che, sognando, diventano grandi. Come quella sera dove tornavamo felici con Carolina e lei si è immaginata il mare in una pozzanghera".
Il brano, prodotto dal Maestro Simone Guzzino, anticipa il nuovo album di prossima uscita e arriva dopo i singoli “Boh” “Thailandia” e “Madonna L’Amore”.

Il Solito Dandy nasce e inciampa in mille fantasie. Suona la chitarra con in testa un’orchestra di violini e aragoste, corre da Torino a Roma con una camicia che sembra uscita da un giardino o da uno strappo sulla tappezzeria, si mescola ai turisti e poi finisce chissà dove, nei sogni coi mostri e le sirene. Canzoni d’amore italiane con le nuvole, gli sguardi languidi da telenovela, le statue barocche e il blu di pescheria. Un sentimentalismo da poveri per chi vive in una città che continuamente perde pezzi e riesce comunque a commuoversi coi tramonti o con un fritto. 
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