Tekla: quattro chiacchiere con la cantautrice

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Tekla in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “A volte capita” un brano che racconta quanto le belle esperienze siano fugaci e le cose originali siano indefinibili. Ed è questo che le rende così speciali, proprio la loro evanescenza. 

Ciao Tekla! Per iniziare, ci piacerebbe sapere di più su di te. Come hai iniziato il tuo viaggio nella musica e cosa ti ha spinto a diventare cantautrice?
Il mio viaggio musicale inizia all’età di 9 anni, quando in cameretta sono iniziati i miei primi esperimenti vocali, imitando quelle che per me erano le cantanti di riferimento. All’età di 12 anni inizio a sentire la necessità di approfondire il mondo della musica, iscrivendomi ad un concorso canoro locale e di seguito ad i buoni risultati ottenuti, iniziando un percorso di studio del canto.
Ho imparato ed interpretato tante canzoni, tanti autori diversissimi tra loro, finché in adolescenza è nata l’esigenza di scrivere. Non sono mai stata brava a controllare le emozioni ed il modo più utile che ho trovato corretto era cantare ciò che dentro sentivo forte come un fuoco.
 
Parlando del tuo processo creativo, come affronti la scrittura dei testi e la composizione musicale? Ci sono particolari ispirazioni o rituali che ti guidano attraverso questo processo?
Non ho una routine, sono una persona poco abitudinaria.
Mi annoio facilmente ed ogni momento è buono per uno stimolo, anzi spesso e volentieri sono momenti in cui non posso permettermi di fermarmi in cui questi arrivano super carichi di creatività.
Tendenzialmente però dedico sempre un momento di recap, nel quale metto in ordine le idee con un brainstorming. Spesso e volentieri dopo ascolti di strumentali.

La tua musica spesso esplora temi complessi delle relazioni umane. Come utilizzi la tua arte per connetterti con gli ascoltatori e trasmettere messaggi significativi?
Credo che l’arte in generale sia psicomagia. Citando il buon Jodorowsky. Credo che le melodie e le parole abbiano una forza estrema, generando rivoluzioni interne dentro ognuno di noi. Quello che cerco di fare attraverso la mia musica, è elaborare anche i conflitti che relazioni comportano perché esse spesso sono ottimi stimoli per affrontare una tematica sensibile a livello umano che accomuna quindi tutti noi. 

Nel processo di registrazione di "A volte capita", c'è qualche sfida o momento che ritieni significativo? Qualcosa che ha reso speciale la creazione di questa canzone?
In questo caso particolare, A volte capita è stata registrata due volte.
La prima in home studio con Dennis Giusti, autore bolognese.
Ed è stata la volta in cui sono entrata in maggior sintonia con parole e musica, abbiamo sviluppato armonie della linea melodica ed aggiunto piccoli accorgimenti vocali che hanno dato corpo al brano. La seconda volta invece all’ Interno 3 di Bologna, il mio studio di rifermento nel quale ho registrato con il produttore della base musicale Ioma. 
Abbiamo poi deciso di salvare parecchie cose della vecchia registrazione perchè certe atmosfere non è facile ricrearle a distanza di tempo.

Oltre alla musica, ci sono altre forme d'arte o influenze che hanno plasmato il tuo stile e la tua visione creativa?
Sono molto appassionata di tutto ciò che è immagine, illustrazione per questo ho coinvolto un’artista sempre bolognese, Lorenzo Menini, che ha curato il concept di immagine e video del brano.
Disegnando a mano tutte le scene del videoclip, che trovate su YouTube.
Ed elaborando la copertina del singolo.
Spesso il carattere del brano porta con sè anche un concept visivo, ma sono grata ad altri artisti come Lorenzo per riuscire ad arricchire le mie idee di partenza.